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Draghi: “Attacco scellerato alla centrale, la Ue deve rispondere unita”

di Alessio Gallicola -


“Un attacco scellerato, contro la sicurezza di tutti”. Così il premier Mario Draghi ha definito l’offensiva russa della notte scorsa contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che ha tenuto in apprensione l’intera Europa per le potenziali minacce all’ambiente che sarebbero derivate dallo scoppio di uno dei reattori presenti nel megaimpianto, la più grande centrale nucleare in territorio europeo. In seguito a questo ulteriore passo effettuato dalla Russia, secondo Draghi “l’Unione Europea deve continuare a reagire unita e con la massima fermezza, insieme agli alleati, per sostenere l’Ucraina e proteggere i cittadini europei”.

Intanto in giornata si è tenuto il vertice dei ministri degli Esteri della Nato. E il ministro Luigi Di Maio ha partecipato a Bruxelles alla riunione dei capi delle diplomazie della Nato, poi del G7, e infine al Consiglio affari esteri straordinario dell’Ue. “Come Nato siamo d’accordo per riportare Putin al tavolo, per raggiungere una soluzione diplomatica. Si andrà verso un ‘no’ alla no fly zone perché questo coinvolgerebbe direttamente la Nato nel conflitto e scatenerebbe un conflitto che avrebbe effetti devastanti su tutta l’Europa”, ha detto Di Maio.

Dal canto suo il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha confermato la posizione della Nato, facendo però intendere che l’Alleanza non starà a guardare l’avanzata delle truppe di Putin in territorio ucraino. “La Nato è un’alleanza difensiva – ribadito -, noi non cerchiamo il conflitto. Ma se il conflitto viene da noi saremo pronti”.

E anche l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell ha usato parole severe sul comportamento della Russia, che “sta usando armi severamente vietate dalla Convenzione di Ginevra, ci sono numerose perdite civili. È importante avviare una missione per indagare su eventuali crimini di guerra commessi in Ucraina”.

Di crimini di guerra non ha esitato a parlare anche il vicepremier e ministro della Giustizia britannico, Dominic Raab. “Vladimir Putin è a rischio di finire in prigione per i crimini di guerra, che la giustizia internazionale gli potrà contestare per la guerra in Ucraina. Questo è un rischio reale su cui egli deve ora riflettere, così come devono riflettere anche tutti i comandanti militari di Mosca disposti a continuare a eseguire ordini illegali”.


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