Droni ucraini sulla Russia
Tonfi e tensione a Belgorod, dove le autorità locali hanno detto di aver “abbattuto un drone” ucraino. “Nel distretto di Belgorod è stata attivata la difesa aerea. Un drone è stato abbattuto vicino alla città”, ha scritto su Telegram il governatore della regione russa, Viacheslav Gladkov.
La autorità russe hanno fatto sapere di aver respinto un raid condotto con modalità simili anche contro Sebastopoli. Il governatore della Crimea, Sergei Aksenov, ha spiegato che le forze di difesa aerea hanno annientato sei aeromobili a pilotaggio remoto in diverse aree della penisola.
Forti esplosioni sono state udite vicino ad un campo di atterraggio aereo a Melitopol.
Le forze ucraine hanno “distrutto 36 droni di fabbricazione iraniana”. L’Aeronautica di Kiev ha reso noto che “nella notte il nemico ha attaccato l’Ucraina con droni Shahed-136/131 di fabbricazione iraniana” e “probabilmente puntava a colpire infrastrutture cruciali e strutture militari nelle regioni occidentali del Paese”. “Tutti i 36 droni Shahed sono stati distrutti”, si legge ancora.
Ci sarebbe lo zampino dei servizi di sicurezza ucraini dietro l’attacco con droni al Cremlino di inizio mese, nonostante la smentita del presidente Volodymyr Zelensky. A riportare la notizia, che conferma la tesi di Mosca, è il New York Times, citando funzionari dell’intelligence statunitense, i quali hanno spiegato di non sapere quale unità speciale abbia effettuato l’azione il 3 maggio o se Zelensky o altri esponenti del governo ne fossero a conoscenza.
E’ iniziato il ritiro di unità della Wagner dalla città di Bakhmut. Ad annunciarlo in un video è stato il capo della compagnia privata, Yevgeny Prigozhin: “Stiamo ritirando le unità da Bakhmut. Entro il primo giugno la maggior parte sarà trasferita nelle retrovie. Stiamo consegnando le postazioni ai militari, così come le munizioni, tutto, compresi i pasti”.
E’ stato firmato ieri l’accordo per custodire armi nucleari russe in un deposito speciale in territorio bielorusso. L’intesa è stata siglata a Minsk dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il collega bielorusso Viktor Khrenin.
“Durante l’incontro sono stati firmati documenti per determinare la procedura di stoccaggio di armi nucleari non strategiche in uno speciale deposito in territorio bielorusso”, è riportato in una nota del ministero della Difesa bielorusso.
Cambiano ancora una volta termini, tempi e portata dell’annunciata controffensiva ucraina. “Non è un ‘evento singolo’ che inizierà ad un’ora e un giorno specifico con il solenne taglio di un nastro rosso. Ci sono dozzine di azioni diverse per distruggere le forze di occupazione russe in differenti direzioni, che si sono già svolte ieri, avvengono oggi e continueranno domani. Anche l’intensiva distruzione della logistica nemica è una controffensiva”, ha “twittato” il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak.
Il Cremlino ha definito di “stampo terroristico” le dichiarazioni dei vertici dei servizi di intelligence di Zelensky, secondo cui Vladimir Putin “è l’obiettivo numero uno”. Per questo, “l’operazione militare speciale è più che giustificata, più che necessaria e deve essere completata raggiungendo i suoi obiettivi”, ha affermato il portavoce Dmitry Peskov. Duro il suo affondo: “Il regime terrorista parla dei suoi obiettivi terroristi”.
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