Ambiente

E la nave va

di Angelo Vitale -


Tra 3 mesi, salvo intoppi durante il tragitto, sarà a Piombino. La nave Snam che farà da rigassificatore si chiama Golar Tundra e ha lasciato il porto di Keppel a Singapore già da 10 giorni. A maggio, quindi, dopo 10 mila km, sarà in Italia. Nel cantiere Snam la aspettano centinaia di lavoratori. Ha una capacità di stoccaggio di 170 mila mc di gas naturale liquefatto e di rigassificazione continua di 5 miliardi di mc l’anno. Tutto come previsto? Non lo sperano gli abitanti di Piombino, che da subito si sono opposti all’iniziativa e che attendono la sentenza che oggi il Tar del Lazio emetterà. Il Tribunale deciderà sul ricorso presentato dal Comune, guidato dal sindaco Francesco Ferrari. Il giorno prima della sentenza l’avvocato Ferrari è “impegnato in importanti riunioni” e non vuole parlare. Sulla vicenda, ha preferito seguire lui stesso la redazione del ricorso e poi cavalcare il no deciso all’iniziativa. Ferrari ha un passato in Forza Italia e un presente nel partito della premier Giorgia Meloni, che invece ha scelto la strada responsabile del sì ai rigassificatori. A Piombino, intravedendo la strada alla soluzione delle compensazioni a favore del territorio. Quella che consente un po’ di ossigeno sul doppio fronte della tenuta interna del partito e della scena di governo. Un terreno ancora tutto da coltivare. E che è anche quello che, molto sottilmente, scompagina il quadro politico locale.
La Golar Tundra non rallenta per questo il suo tragitto. Incurante delle polemiche locali che hanno visto il Pd opporsi, per esempio, alla parlamentare Fi Chiara Tenerini. La sinistra ricorda ora la sua presenza insieme agli oppositori su un palco, nel mese di settembre 2022. E le rimprovera un incontro di qualche settimana fa con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, reso pubblico considerando la possibilità delle compensazioni. Ma lei precisa: “Il mio no al rigassificatore non è mai stato un no ideologico. L’ho fondato e continuo a fondarlo sui dubbi che pone un’iniziativa a 700 metri dal centro abitato, che interromperà la continuità territoriale con l’Isola d’Elba finora assicurata dal trasporto via mare, che abbatte una opportunità di sviluppo dell’area portuale finora garantita da 800 milioni di finanziamenti che ipotizzavano una via d’uscita dal tracollo della siderurgia. Ma se il Paese, e il Governo, pongono sul tema una questione di interesse nazionale, considerata l’urgenza di trovare strade per costituire un nostro fabbisogno energetico, devo riconsiderare il mio no”.
Da qui, l’incontro con Pichetto Fratin? “Certo. Un obbligo per la mia funzione di parlamentare. Da lui ho avuto conferma del mantenimento della nave sul posto per un massimo di 3 anni. E anche l’ipotesi di ricondurre questa durata a 30 mesi, nella sua certezza di una post-collocazione”.

Solo questo? “No. La mia posizione è a 360 gradi. Perché, nonostante le mie speranze, non confido molto che il Tar accetti il ricorso presentato dal Comune. E allora, pragmaticamente, devo necessariamente discutere per il bene del territorio, la materia delle compensazioni. Per me questo non è un tabù. Se Ferrari vuole attendere la sentenza del Tar per affrontarla, ne ha diritto. Io, intanto, denuncio che il tema è finora privo di un protocollo che lo affermi. Tutto ciò, in una regione ove Giani ha finora disintegrato l’economia”.

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