E’ morta Adriana Asti, icona del cinema d’autore
Carattere ribelle e anticonvenzionale, segnò anche con piccole parti i film di Patroni Griffi, Pasolini, Visconti, Bertolucci, Brass
Adriana Asti con Pier Paolo Pasolini
Il mondo dello spettacolo dice addio ad Adriana Asti, grande attrice italiana di teatro, cinema e televisione, nata a Milano e morta a Roma oggi all’età di 94 anni. La sua carriera, durata oltre settant’anni, è stata segnata da collaborazioni con registi di fama mondiale come Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci (di cui fu pure compagna) e Luis Buñuel.
La lunga carriera di Adriana Asti
Il debuttò a teatro a 20 anni, nel 1951, e già il successo con “Il crogiuolo” di Arthur Miller diretto da Luchino Visconti. La distinsero scelte artistiche indipendenti, audaci e spesso controcorrente, fu anche doppiatrice, scrittrice e conduttrice.
La sua vita personale e professionale fu intensa, con momenti di ribellione, esaurimento nervoso e legami con importanti figure culturali. Tra i suoi ruoli più celebri, quelli nei film “Metti una sera a cena” di Peppino Patroni Griffi su una sceneggiatura cui aveva collaborato Dario Argento, “Accattone” di Pier Paolo Pasolini e “Prima della rivoluzione” di Bernardo Bertolucci. Ricevette numerosi premi, fra cui il David di Donatello e i Nastri d’Argento.
Icona del cinema d’autore
Carattere ribelle nell’adolescenza, desiderosa di evasione dalla routine quotidiana, tanto da allontanarsi dalla famiglia borghese per unirsi a compagnie teatrali e viaggiare, divenne icona del cinema d’autore.
Uno dei momenti più trasgressivi e ribelli fu nel 1973 con la pièce teatrale “Tanto tempo fa” di Harold Pinter, diretta da Luchino Visconti, nella quale dovette recitare completamente nuda, causando scandalo e censura che portarono alla chiusura della rappresentazione dopo sole due recite.
Apparve senza veli anche nei film “Caligola” e “Action” di Tinto Brass, confermando il suo carattere artistico audace e anticonvenzionale.
In tv, condusse una trasmissione informale e irriverente su Rai 1, “Sotto il divano”, che fu chiusa dopo una puntata in cui l’ospite Tinto Brass recitò una poesia molto esplicita, suscitando scandalo presso i vertici Rai.
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