Cultura & Spettacolo

Emmanuele Tardino, il cattivo di Mascaria si racconta

di Andrea Iannuzzi -


Il successo del film tv andato in onda su Rai1, “Mascaria” continua a fare eco. E fra i volti di questo sceneggiato sulla criminalità organizzata, spicca quello di Emmanuele Tardino. Protagonista di uno dei momenti più drammatici della storia e di una scena madre del lungometraggio, l’attore siciliano racconta la sua esperienza sul set.
Lei come definirebbe oggi il suo ruolo di attore?
E’ l’inizio di un grande sogno che si realizza. Lì per lì ho stentato a crederci, ma alla fine sì. Il mio primo film, in cui interpreto il ruolo di co-antagonista, è andato in onda su Rai 1. Spero che questo sia un trampolino di lancio che mi porti fino alla vetta, perché è lì che voglio arrivare, più in alto di tutti.
Modesto.
Non la si prenda come una forma di ambizione smisurata. Sono la persona più umile del mondo. Però se si vuole raggiungere obbiettivi importanti bisogna sempre puntare in alto.
Il successo di pubblico di “Mascaria” come se lo spiega?
C’erano le carte in regola perché portasse a casa un buon risultato, non sono poi così tanto stupito. Il cast sicuramente ha fatto la differenza, poi la strepitosa regia di Isabella Leoni, e una storia avvincente, drammaticamente attuale e per questo interessante. E soprattutto una vicenda legata a un vero caso di cronaca.
La sua frase “da oggi questi soldi non bastano più” è diventata un tormentone. Merito suo?
No, io ho semplicemente recitato la mia battuta secondo copione. Non pensavo diventasse un tormentone. Evidentemente è piaciuta, aveva il suo fascino.
Emmanuele Tardino è balzato agli onori delle cronache come il sosia, vero o meno, di Can Yaman. “Mascaria” è andato in onda su Rai 1 mentre Canale 5 trasmetteva “Viola come il mare”. I due “Yaman” a confronto insomma.
No, non c’è confronto. Parliamo di due proposte completamente diverse dal punto di vista narrativo. Ovviamente con tutto il dovuto rispetto per la fiction di Yaman. Sicuramente il fatto che siano stati trasmessi in contemporanea non ha fatto piacere né all’attore turco né alla produzione della fiction. Nulla toglie il fatto comunque, che ognuno di noi stia facendo il proprio percorso.
Yaman le stringerà la mano per questi complimenti.
Ma no, ci mancherebbe. Però “Mascaria” è un vero capolavoro, che graffia la realtà, che racconta il dramma della mafia e della malavita organizzata. Una fiction più leggera non è da mettere a confronto. Poi se parliamo di personaggi, lui è un divo io sono solo all’inizio. E comunque il parallelismo è solo un casus mediatico, in realtà non siamo per nulla uguali.
Ci risulta che lei sia stato scritturato per una figurazione speciale e poi si è ritrovato a girare diverse scene.
Sì esatto. Inizialmente ero stato chiamato solo per girare una scena con una sola battuta. Poi mi sono ritrovato a far parte del cast a tutti gli effetti. Ovviamente la cosa mi ha fatto enormemente piacere. Tra l’altro avevo ancora due scene da girare, a cui purtroppo ho dovuto rinunciare per problemi di salute.


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