Ambiente

Energia Italia: meno consumi, più rinnovabili. L’Enea: Così cambiano abitudini di famiglie e imprese

di Angelo Vitale -


L’Italia consuma meno elettricità. Continua una fase positiva che sembra aver invertito una rotta che spaventava non poco, al via del conflitto russo-ucraino. Una minaccia che allora impensieriva ogni politica di contrasto ad un fabbisogno energetico ancorato alle tradizionali fonti di approvvigionamento. Poi vennero le campagne per il risparmio energetico da osservare nel mondo dell’industria e nelle case di tutti gli italiani. Il cui effetto si è combinato, negli ultimi mesi, con una fortunata e favorevole situazione climatica.

E’ quanto fa registrare dati positivi ad Enea. Nonostante il netto calo dei prezzi, è continuata nel primo semestre 2023 la diminuzione dei consumi di energia (-5%), dopo la forte contrazione già emersa nel quarto trimestre 2022 (-12%). E quindi l’aggiornamento trimestrale dell’Analisi Enea del sistema energetico italiano può con soddisfazione tirarsi dietro anche una nuova significativa riduzione delle emissioni di CO2 (-9%), già diminuite tra ottobre e dicembre 2022 dopo sei aumenti trimestrali consecutivi.

Un quadro letto nel dettaglio: “C’è flessione dei consumi in primo luogo nel settore civile (-12%), principalmente per effetto del minor impiego di gas per il riscaldamento, ma specie per il clima eccezionalmente mite di inizio anno – spiega Francesco Gracceva, che cura questo report -. Anche l’industria ha registrato una riduzione dei consumi (-10%) per il calo fino al 20% della produzione nei settori gas intensive (quelli di chimica di base, carta, minerali non metalliferi e siderurgia, ndr) i cui consumi energetici sono ormai inferiori di più del 5% rispetto al 2020. Crescono invece i consumi dei trasporti (+3%), progressivamente tornati ai livelli pre-pandemia”.

Ma c’è un altro particolare positivo, a segnalare un trend ormai stabile: “In termini di fonti energetiche – sottolinea Gracceva -, alla riduzione dei consumi di gas (-16%) e carbone (-15%) ha fatto da contraltare un deciso aumento dell’import di elettricità (+22%). Sono in crescita le rinnovabili elettriche (+5%), con una quota complessiva delle fonti rinnovabili sui consumi finali che si prevede possa a fine 2023 superare il massimo storico del 2020 (20,4%)” Anche se poi “la traiettoria verso il nuovo target del 40% al 2030 richiederebbe una crescita molto più marcata”. Ed Enea non manca di indicare anche il dato delle rinnovabili elettriche non programmabili (eolico e solare) che nella fascia oraria 13-15 del 10 aprile (il giorno di Pasquetta, ndr) hanno segnato un nuovo massimo storico, “con la copertura di oltre l’80% della domanda”.

Alla fine, il clima mite ha condizionato Italia ed Eurozona allo stesso modo. Accompagnandosi alla fase di debolezza di tutte le economie: anche in Europa il Pil è sceso, soprattutto per la flessione del manifatturiero, marcata proprio nei settori gas intensive.

Registrato, poi, anche il minor impiego di carbone nella generazione elettrica (-60%) per l’aumento delle importazioni di elettricità (+4%) e delle rinnovabili elettriche (+9%), oltre alla già forte flessione delle produzioni energivore. E migliorato infine l’indice della transizione energetica, l’Ispred che Enea misura sulla base dell’andamento di prezzi, emissioni e sicurezza. Segna un +14% rispetto al primo trimestre dell’anno grazie al miglioramento della contrazione dell’impiego di carbone e delle produzioni energivore e alla diminuzione dei prezzi di elettricità e gas, che rimangono però comunque ampiamente superiori alle medie di lungo periodo.


Torna alle notizie in home