Esteri

Esproprio filiale russa di Ariston, Tajani e Urso studiano le contromosse

di Ernesto Ferrante -


La vicenda dell’azienda Ariston Thermo Rus Llc, sussidiaria russa di Ariston Thermo Group, trasferita con atto del presidente Vladimir Putin in gestione temporanea alla Jsc Gazprom Household System, la società del gruppo statale produttrice di elettrodomestici, ha innescato uno scontro diplomatico tra Roma e Mosca. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. Una mossa drastica che appare una “ritorsione” per le azioni di diversi Paesi europei ed extraeuropei contro le imprese russe, colpite a più riprese da pesanti sanzioni.
L’ambasciatore della Federazione russa in Italia Alexei Paramonov, è stato convocato alla Farnesina, fornendo “spiegazioni esaurienti sulla legalità e fondatezza delle decisioni prese”. Paramonov, si legge in un comunicato della rappresentanza diplomatica, ha ricordato agli interlocutori che il Cremlino “ha sempre attribuito particolare importanza alle proficue e reciprocamente vantaggiose relazioni commerciali ed economiche con l’Italia”.
“La responsabilità per le conseguenze negative del loro deterioramento, secondo i russi, ricade interamente sulle autorità italiane che hanno sacrificato i reali interessi nazionali della Repubblica per partecipare a sterili e pericolose avventure geopolitiche anti-russe”.
Il ministero degli Esteri italiano ha replicato a stretto giro, esprimendo “forte disappunto” per la decisione di espropriare la filiale russa di Ariston e ha auspicato che la controparte possa riconsiderare il provvedimento, precisando che le sue motivazioni “non trovano fondamento nel diritto, tanto più considerando che esso è stato adottato nei confronti di un’impresa che ha uno storico radicamento nel Paese e che non ha alcuna connessione con l’attuale situazione di crisi internazionale”.
Il ministero guidato da Antonio Tajani ha evidenziato inoltre che “l’Unione Europea, con un proprio comunicato, ha duramente condannato ieri il provvedimento in parola, che ha colpito anche un’azienda tedesca, sottolineando, fra l’altro, come esso rappresenti una ulteriore prova del mancato rispetto da parte della Russia del diritto internazionale”.
Antonio Tajani, si apprende ancora, “è in contatto sin dal primo momento con l’azienda e si riserva di approfondire le conseguenze della decisione russa insieme ai partner G7 e Ue e di valutare una risposta appropriata”.
“In linea con i partner europei, ed in particolare con la Germania, è scritto nella nota ministeriale, l’Italia chiede alla Federazione Russa di ritirare le misure adottate contro legittime attività economiche di imprese straniere nel Paese. Le competenti strutture del Maeci, in particolare la Direzione Generale per il Sistema Paese, continuano a seguire e a monitorare la situazione, in stretto raccordo con la nostra Ambasciata a Mosca e la nostra Rappresentanza Permanente presso l’Ue”.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto una conference call con il presidente di Ariston Group, Paolo Merloni, e l’amministratore delegato Maurizio Brusadelli, alla presenza del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.
Urso, che aveva già sentito i vertici aziendali nella giornata di sabato, ha illustrato l’azione che il Governo italiano sta svolgendo con la Commissione Europea riguardo alla messa a punto di nuovi strumenti, nell’ambito del quadro sanzionatorio europeo, volti a tutelare le imprese italiane ed europee interessate da analoghi atti da parte della Federazione Russa e per scoraggiare il riproporsi di tali pratiche.
È stato di poche parole, invece, il ministro per le Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, sollecitato sulla questione a margine di un sopralluogo alla caserma Montello di Milano: “Di questa vicenda io so poco, lascio che se ne occupino i miei colleghi di governo che seguono il dossier. Ho totale fiducia nei colleghi che seguono la vicenda”.


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