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EUROPA RINNOVABILE

di Angelo Vitale -


Un negoziato durato 15 ore in Europa, tra il Parlamento e il Consiglio Ue, ha condotto alla riforma della direttiva per la promozione e la regolamentazione delle energie rinnovabili. L’intesa riscrive in maniera più sfidante l’agenda degli Stati membri, fissando nuove quote entro il 2030 e facilitando il consumo di energia elettrica da rinnovabili. E determinando inoltre significative regole per gli edifici e i trasporti. “E’ un passo importante nella realizzazione del Green Deal e del RePower Eu”, ha commentato la Commissaria europea all’Energia Kadri Simson. “Questa direttiva sulle energie rinnovabili – ha spiegato Markus Pieper (Ppe, Germania) relatore del provvedimento per l’Europarlamento – porta più energia rinnovabile, più protezione del clima e un’introduzione più semplice e rapida delle rinnovabili in Europa. Ci avvicinerà agli obiettivi climatici di Parigi e ridurrà la nostra dipendenza dagli altri. Non solo aumenteremo la quota di rinnovabili, ma accelereremo anche in modo rilevante i processi di autorizzazione per gli impianti. E’ un buon giorno per la transizione energetica dell’Europa”.
L’accordo definisce il 42,5% come l’obiettivo Ue al 2030 per la quota di consumi finali di energia elettrica che dovranno essere coperti da fonti rinnovabili. Un contributo obbligatorio che sale non solo rispetto all’attuale 32%, ma anche a quanto proposto dalla Commissione nel Pacchetto Clima del 2021 (40%), mentre con il RePowerEU l’Esecutivo Ue aveva proposto il 45%. Tra gli altri positivi riflessi, poi, l’accelerazione dei permessi. Gli Stati membri dovranno definire processi di accelerazione per le rinnovabili in cui i progetti beneficeranno di autorizzazioni semplificate e gli impianti saranno considerati di “interesse pubblico prevalente”. Una notizia straordinaria per quanti, qui in Italia, ancora combattono la burocrazia e la moltiplicazione di competenze e veti per gli impianti da installare.

La conclusione del negoziato è stata salutata da più parti. “Più energia rinnovabile. Maggiore sovranità energetica. Meno gas serra. Transizione verde più veloce”: così sui social la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola congratulandosi “per l’importante accordo sulla direttiva sulle energie rinnovabili” con il negoziatori dell’Eurocamera, l’eurodeputato Markus Pieper, e la presidenza svedese del Consiglio dell’Ue. E’ “un accordo che dimostra ambizione e impegno”, ha aggiunto. Entro il 2030, ancora, le rinnovabili dovranno contribuire al 49% dell’energia utilizzata dagli edifici. L’intesa, che dovrà essere ratificata da Europarlamento e Consiglio Ue, prevede obiettivi vincolanti anche per i trasporti. Gli Stati membri potranno scegliere tra un obiettivo di almeno il 29% di quota di rinnovabili nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030 oppure un obiettivo di riduzione del 14,5% dell’intensità di gas a effetto serra nei trasporti, grazie all’uso di fonti rinnovabili. E queste dovranno inoltre contribuire ai consumi del settore con almeno il 5,5% di biocarburanti avanzati (cioè da materie prime non alimentari) e carburanti rinnovabili di origine non biologica (idrogeno rinnovabile e carburanti sintetici a base di idrogeno). Il contributo dell’idrogeno a basse emissioni (quello ottenuto grazie al nucleare) sarà conteggiato come rinnovabile, ma con alcuni limiti. L’accordo prevede infine criteri più stringenti per la produzione di energia da biomasse, che restano tuttavia conteggiate come rinnovabili.

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