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Napoli

Fico ha reso contendibile la Campania, il centrodestra ora ci crede

I sondaggi non blindano il candidato del campo largo, Cirielli prova l'assalto

di Giovanni Vasso -


Roberto fa il Fico, gioca a fare il radical chic congratulandosi col nuovo sindaco di New York ma a Napoli, e in Campania, il centrodestra inizia a crederci davvero. La remuntada è difficile, la via è impervia, la strada in salita. Eppure, attorno a Edmondo Cirielli, si sta creando un consenso crescente. Lo certificano pure i sondaggi. No, non quelli che rimbalzano da una chat supersegreta all’altra, sugli smartphone degli addetti ai lavori della politica campana. Secondo l’istituto Noto a Napoli s’è avverato il miracolo: la Campania è tornata contendibile: Fico, per carità, rimane in testa col 52% delle intenzioni di voto ma Cirielli lo incalza. Gode, per ora, del 45% dei consensi.

Campania, Fico non sfonda

Sette (punti) e non più sette. Non succede, ma se accadesse, per il campo largo (e i suoi leader) sarebbe una sconfitta, in termini simbolici, terrificante, una disfatta paragonabile, in scala, a quella della gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto. Il centrodestra avverte l’odore del sangue. E si butta a capofitto nella pugna. La Puglia è perduta (per Noto, Decaro viaggia oltre il 65%), il Veneto è una fortezza inespugnabile pure per interposto governatore (Stefani, con Zaia capolista ovunque, gode del 61% dei consensi), in Campania invece la partita è apertissima.

Il centrodestra ci crede

Chi l’avrebbe mai detto alla vigilia. I ministri fanno la spola. Tutti fanno a gara per un’ospitata a Napoli. Il Palapartenope è già prenotato. Il 14 novembre ci sono Salvini, Tajani e Meloni (in realtà ci sarebbe anche Lupi ma sul manifesto ufficiale il suo nome non c’è). La premier, a quanto pare, ha già messo in agenda tre viaggi a Napoli. Forza Italia, dai risultati campani, spera di trovare l’abbrivio per distanziare ancora di più la Lega, bissando il successo calabrese di Roberto Occhiuto. Una buona affermazione calmerebbe, almeno per un po’, le acque agitate nel partito azzurro. Fdi vuole confermarsi partito leader della coalizione, la Lega di Salvini punta a trovare un po’ di ossigeno che confermi la bontà del progetto nazionale. La situazione, per il centrodestra, è la migliore possibile: nessuno, davvero, ha qualcosa da perdere. Fico, in Campania, è all’esatto opposto: ha tutto da perdere. Lui e il campo largo che lo sostiene.

L’eterno “vedremo”

Comunque andrà, per Cirielli (che si è fatto pure perdonare i messaggi critici sul Cav ricordando quando, ai tempi del Covid, Berlusconi gli telefonasse ogni sera per sincerarsi delle condizioni di salute sue e del figlio che, all’epoca, era appena neonato), sarà un successo. Cosa che, invece, non si può dire di Fico. Essere quotato solo al 52% in una Regione in cui il M5s ha letteralmente fatto il pieno di consensi a ogni elezione politica, rappresenta di per sé già un problema. E, per di più, la postura adottata finora non sembra convincente. Una sequela di “vedremo” su (quasi) tutto: dal primo provvedimento da governatore se fosse eletto fino al progetto dei nuovi immobili della Regione a Napoli est.

Idee chiare sì, ma solo su New York

Ieri, Fico, una posizione l’ha presa. S’è unito al coro dei giubilanti di New York: “La vittoria di Zohran Mamdani è una splendida notizia. Lo è perché mette al centro le persone, i loro diritti, i loro bisogni. Parla di temi quotidiani ed elabora proposte concrete per il caro vita, la lotta alla povertà, l’emergenza casa”. Fin qui, tutto bene. “Lo è perché non rinnega mai la sua identità. Essere radicali nelle idee è motivo di orgoglio, significa aver ben presente la propria storia e il proprio percorso”. Chissà che cosa ne penserà Mastella dell’orgoglio radical chic. Oppure cosa ne avrà pensato De Luca ricordandosi che il percorso e l’identità dei Cinque Stelle, in Campania, sono state contraddistinte da una durissima opposizione proprio a lui e alle sue amministrazioni. La differenza, è chiaro, la faranno i cittadini nelle urne. Lo scenario più probabile è quello di una vittoria risicata in Campania per Fico che, stretto nel nodo delle alleanze, rischia di ritrovarsi impossibilitato a ogni passo, condannato a dire sempre “vedremo” e a celebrare il soffio del “vento del riscatto” a patto che spiri su New York e non su Napoli.


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