Tariffe fino al 42,9% su parmigiano, camambert e altre produzioni Ue, la Commissione annuncia ricorso
Il formaggio è europeo ma i buchi ce li faranno i cinesi: il Dragone è pronto a fare a pezzi l’export Ue dell’industria casearia e impone, fin da subito, i mega dazi sui prodotti europei. Si tratta di tariffe che, da un livello base fissato al 21,9%, raggiungono addirittura il 42,7%. E che in pratica raddoppierebbero (suppergiù) i prezzi di camambert, gorgonzola e parmigiano reggiano sui (lucrosi) mercati asiatici. Il nuovo capitolo della guerra dei dazi, quella vera, che oppone l’Europa alla Cina è arrivato.
Uno scontro che è cominciato prima che Trump iniziasse, sul serio, a far tabelle, a imporre tasse alla frontiera, a scrivere numeri e cifre accanto ai Paesi del mondo. Tutto è iniziato quando Bruxelles ha voluto stangare i produttori cinesi sulle batterie e la componentistica di auto elettriche. Una scelta che ha concretizzato i peana che, ormai da qualche anno, si alzano bellicosi tra il Vecchio continente e la nuova superpotenza mondiale. Quando l’Ue ha cominciato il decoupling, finendo trascinata pure di fronte all’Organizzazione mondiale del commercio, il governo cinese ha iniziato le sue indagini. Rivolgendo all’Ue le stesse accuse che questa ha ribadito alla Cina. E così, dopo un’attesa nemmeno troppo lunga, è arrivata la decisione.
Le ragioni della Cina
Il Ministero del Commercio di Pechino ha affermato che le aziende agroalimentari europee ricevono sussidi pubblici e che, perciò, quelle cinesi hanno patito per una concorrenza truccata. E giù di dazi. Che rischiano di costare miliardi all’agroalimentare europeo e, in particolare, a quello italiano. Oltre alla vicenda economica c’è pure quella politica. Bruxelles non vive certo un momento idilliaco con agricoltori e allevatori. Ma non può fare altro che promettere battaglia di fronte alla durissima decisione assunta dalle autorità asiatiche.
E quelle dell’Ue
“La Commissione ritiene che l’inchiesta si basi su accuse discutibili e prove insufficienti e che le misure siano pertanto ingiustificate e immotivate”, ha affermato Olof Gill, portavoce dell’esecutivo comunitario. Che ha aggiunto: “La Commissione sta ora esaminando la decisione preliminare e presenterà le sue osservazioni alle autorità cinesi. Il termine per la conclusione dell’inchiesta e l’eventuale imposizione di misure definitive è il 21 febbraio del prossimo anno. La Commissione – ha continuato il portavoce -valuterà tutte le informazioni disponibili in base alla conformità alle norme dell’Organizzazione mondiale del Commercio”. Sa benissimo, Gill, che il governo cinese non ha colpito a caso: “Stiamo facendo tutto il necessario – ha aggiunto Gill – per difendere gli agricoltori e gli esportatori dell’Ue, nonché la Politica agricola comune, dall’uso scorretto da parte della Cina di strumenti di difesa commerciale. La Commissione ha già preso provvedimenti presso l’Organizzazione mondiale del Commercio contro l’avvio di questa indagine sui prodotti lattiero-caseari da parte della Cina. Come sempre, la Commissione adotterà tutte le misure necessarie per difendere i diritti dei produttori europei”. Chissà se, oltre ai trattori, a Bruxelles scenderanno in piazza pure le mandrie bovine.