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Gattuso a gamba tesa contro le accuse di razzismo: “Non faccio il simpatico a comando”

di Ilaria Paoletti -

Gennaro Gattuso ©imagoeconomica


Gennaro Gattuso si difende dalle accuse di razzismo rivoltegli da alcuni tifosi del Valencia e lo fa in una lunga intervista al Corriere della Sera, rilasciata a Walter Veltroni “Non sono come mi descrivono sui social, queste accuse mi fanno soffrire. Si prendono dichiarazioni di anni diversi, le si isola dal contesto e si imbastiscono processi con l’obiettivo di delegittimare una persona, una vita. I tribunali sono cose serie: qualcuno accusa, qualcuno difende, qualcuno giudica. Qui il patibolo tecnologico si abbatte e definisce sentenze senza possibilità di appello. Io non sono un tipo da social. Se mi chiamano ‘Ringhio’, ci sarà un motivo. Non vado a caccia di facili consensi, non faccio il simpatico a comando. Sono uno che lavora, che ha sempre lavorato, che ha faticato tanto e che è grato alla vita per quello che gli ha dato”. “Quando sento dire che sono razzista mi sembra di impazzire – dice il tecnico quarantaquattrenne -. Nessuna persona, mai, può essere giudicata per il colore della pelle. Conosco tanti con la pelle bianca che non si comportano bene. Il razzismo va combattuto, sempre. Ho allenato decine di giocatori che avevano la pelle diversa dalla mia, nel mio ristorante ne lavorano tre, ho avuto compagni di squadra ai quali ho voluto bene. Per me non conta il colore della pelle, conta la persona. La sua onestà, la sua lealtà”. Una delle frasi “incriminate” risale addirittura al 2008, quando il centrocampista allora in forza al Milan dichiarò che per lui, cattolico, il matrimonio è solo tra uomo e donna: “Ma poi aggiunsi che per me ognuno è libero di fare come vuole. Ed è proprio quello che penso. Ogni libertà, compresa quella dei comportamenti sessuali, è benvenuta, è segno di progresso”. Altra discussa considerazione è quella relativa a Barbara Berlusconi e, in generale, alla capacità delle donne di gestire il calcio: “No, assolutamente no. In ogni campo le donne fanno come e meglio degli uomini. Lo stanno dimostrando nei governi, nelle aziende, in ogni settore. Più donne avranno responsabilità e meglio sarà. Le aggiungo una cosa, che può spiegare il mio stato d’animo quel giorno: io considero Galliani come la persona migliore che ho incontrato nel calcio. Sapeva dire sempre la cosa giusta nel momento giusto”. Il nuovo tecnico del Valencia parla anche dell’episodio della testata a Jordan, durante una partita di Champions tra Milan e il Tottenham: “Ho sbagliato e me ne vergogno. Quello è qualcosa che ho fatto. È stato un ingiustificabile errore. Certo, potrei dire che sono cose di campo. Succedono, purtroppo. Ma invece me ne vergogno. Ho un figlio di quattordici anni, lei crede che io non mi vergogni davanti a lui per quella follia, quando me ne chiede giustamente conto”. In realtà, più che a una presa di posizione dei tifosi spagnoli, le controversie nate sui social negli scorsi giorni sembrano essere legate al cattivo sangue che corre tra Miguel Zorio, ex presidente del club, e l’attuale proprietario Peter Lim. È stato proprio Zorio, portavoce della Marea valencianista per la difesa del “patrimonio storico, sportivo, economico e sociale del Valencia FC”, a chiedere ai supporter di unirsi contro Gattuso per i suoi commenti “contro donne, omosessuali e giocatori di colore”. Nel frattempo, nonostante queste polemiche, il tecnico italiano si è legato al club spagnolo per due anni. Lasciamo che sia il calcio a parlare per lui.

Ilaria Paoletti


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