Gattuso: “Sono uomo di pace ma Italia-Israele si deve giocare”
Il cittì non accoglie l'appello del sindaco di Udine
Si avvicina la partita più attesa dell’anno e non di certo per questioni calcistiche: in vista di Italia-Israele, il cittì della Nazionale, Rino Gattuso, spiega che, pur sentendosi “un uomo di pace”, è importante “giocare”. Parole, quelle del tecnico dell’Italia, che sono più o meno scontate nel mondo del calcio, in cui non si dice mai nulla di originale. Ma che, di sicuro, potranno sostenere la polemica sull’opportunità di giocare l’incontro valevole per la qualificazione ai Mondiali che si terranno l’anno prossimo negli Stati Uniti, in Messico e Canada.
Gattuso su Italia-Israele: “Dobbiamo giocare”
Il tecnico della Nazionale ha risposto alle parole del sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, secondo cui non sarebbe il caso che si giochi la partita, in programma proprio allo stadio del capoluogo friuliano. Come riporta Ansa, De Toni al Messaggero Veneto ha spiegato di “non ricordare cose simili a quelle che stanno accadendo a Gaza” pur “avendo settant’anni” e ha ribadito che “Israele non è stato escluso dalle competizioni sportive internazionali ma di fronte a un dramma che non ha eguali negli ultimi ottant’anni, davanti a tanta sofferenza” sarebbe bene considerare che “giocare adesso sarebbe inopportuno”. Parole che sono finite, ovviamente, al centro della conferenza stampa a Coverciano tenuta dal commissario tecnico azzurro.
Le parole del cittì
L’opinione del tecnico è abbastanza “telefonata”. Prima di affrontare Israele, l’Italia giocherà contro l’Estonia ma a Rino Gattuso è stato chiesto se ritenesse opportuno giocare: “È una considerazione del sindaco di Udine, che rispetto. Io sono un uomo di pace e mi auguro che in tutto il mondo ci sia la pace. Fa male al cuore vedere civili e bambini che ci lasciano la vita, dopo però noi facciamo un altro mestiere”. Quindi ha ribadito: “Israele è nel nostro girone, ci dobbiamo giocare”.
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