Il premier Meloni va in Libia. Nello scenario internazionale che ci sta lasciando senza gas e senza petrolio sembra un passo utile. Solo che di Libia ce ne sono due. E l’Italia, per ragioni diplomatiche, così come l’Europa, per ragioni diplomatiche, così come il mondo, per ragioni diplomatiche, fa finta che ce ne sia una sola. Peccato che quella sola, Tripoli, dove noi abbiamo ambasciate e rapporti, non abbia un litro di petrolio e un metro cubo di gas. Perché prima di attingere alle risorse del Mediterraneo, il futuro forse vero dell’Europa, forse anche del pianeta, dovremmo rimettere a posto i cocci, i frantumi, i detriti che abbiamo lasciato negli ultimi vent’anni. Quando l’Occidente ha immaginato un mondo che andava nella direzione che voleva lui, ha deposto dittatori, ne ha premiati altri, ha scelto sulla base della democrazia chi poteva stare nei governi e chi no, dimenticandosi che tutto questo non aveva un ordine, e soprattutto che il mondo che noi progettavamo non era del tutto d’accordo con noi. E dimenticando che sarebbe arrivato il giorno in cui tutte queste scelte sul momento giuste, ma nel tempo sbagliate, si sarebbero rivoltate contro di noi. E oggi è uno di quei giorni.
GIORGIA, IL GAS E LE DUE LIBIE

Il premier Meloni va in Libia. Nello scenario internazionale che ci sta lasciando senza gas e senza petrolio sembra un passo utile. Solo che di Libia ce ne sono due. E l’Italia, per ragioni diplomatiche, così come l’Europa, per ragioni diplomatiche, così come il mondo, per ragioni diplomatiche, fa finta che ce ne sia una sola. Peccato che quella sola, Tripoli, dove noi abbiamo ambasciate e rapporti, non abbia un litro di petrolio e un metro cubo di gas. Perché prima di attingere alle risorse del Mediterraneo, il futuro forse vero dell’Europa, forse anche del pianeta, dovremmo rimettere a posto i cocci, i frantumi, i detriti che abbiamo lasciato negli ultimi vent’anni. Quando l’Occidente ha immaginato un mondo che andava nella direzione che voleva lui, ha deposto dittatori, ne ha premiati altri, ha scelto sulla base della democrazia chi poteva stare nei governi e chi no, dimenticandosi che tutto questo non aveva un ordine, e soprattutto che il mondo che noi progettavamo non era del tutto d’accordo con noi. E dimenticando che sarebbe arrivato il giorno in cui tutte queste scelte sul momento giuste, ma nel tempo sbagliate, si sarebbero rivoltate contro di noi. E oggi è uno di quei giorni.