Politica

Giustizia, Quagliariello: “Sottrarre disciplinare magistratura a giurisdizione domestica”

di Giovanni Vasso -


“I problemi della giustizia italiana non nascono certo oggi, né inedite sono le soluzioni per cercare di porvi rimedio. Ma le riforme complessive alle quali è chiamato il nostro Paese per risollevarsi dalla crisi, e la consapevolezza ormai diffusa e trasversale di un discredito che rischia di travolgere il potere giudiziario minandone prestigio e autorevolezza, alla quale ci ha richiamato anche il presidente Mattarella nel giorno del suo giuramento, rappresentano un’occasione importante per sciogliere nodi atavici”. Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, vicepresidente di ‘Coraggio Italia’. “Fra tali nodi – prosegue -, vi è sempre più evidente quello dell’autoreferenzialità. Per questo, a una rivisitazione delle procedure di selezione dei componenti del Csm per arginare le degenerazioni del correntismo, non può non affiancarsi un intervento che sottragga a un ambito esclusivamente ‘domestico’ il giudizio sugli illeciti disciplinari dei magistrati. Si tratta di una proposta a tal punto condivisibile da essere ricompresa nel programma di riforme elaborato dal gruppo di lavoro trasversale sui temi istituzionali costituito dal presidente Napolitano per sbloccare l’impasse all’inizio della scorsa legislatura: un programma ricco di spunti per rafforzare le garanzie del sistema giudiziario, che mai come oggi andrebbero ripresi e sviluppati. Fra questi ad esempio, sempre in materia di contrasto dell’autoreferenzialità, la previsione di reclutare per concorso esternamente alla magistratura gli addetti agli uffici di supporto del Csm. Su questi temi, a cominciare da quello della giurisdizione disciplinare e della possibile istituzione di una Corte esterna all’organo di autogoverno, assumeremo una iniziativa in Parlamento e, in caso di convergenza di contenuti, siamo pronti a condividere questa battaglia con chi trasversalmente, a cominciare dalla senatrice Rossomando che in materia disciplinare ha avanzato una proposta in tal senso, abbia a cuore le garanzie in tema di giustizia e la credibilità che questo ‘servizio essenziale’ deve riconquistare agli occhi del Paese. Lo dobbiamo ai cittadini, e lo dobbiamo anche – conclude Quagliariello – a quei tanti magistrati e operatori della giustizia che ogni svolgono con abnegazione il proprio lavoro e che rischiano di essere travolti da un discredito che travolge ormai l’intera dimensione ordinamentale”.


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