Attualità

GLI OCCHI DEL BOOMER – In principio v’era l’arte della politica…

di Adolfo Spezzaferro -


In principio v’era l’arte della politica, nel senso dei politici di professione. Persone preparate, indottrinate alle scuole di partito, esperte nella dialettica e nella trattativa, capaci di declinare nel reale i principi della loro visione di parte. Poi sono arrivati i post-qualcosa. I più famosi, i post-comunisti e i post-democristiani. Poi i politici hanno iniziato a strizzare sempre di più l’occhio alla tv, al linguaggio da rotocalco: gli slogan erano meno ideologici e più a spot commerciale. Parole semplici e che suonavano bene, facendo il verso alle frasette pubblicitarie. Da linguaggio oscuro, esoterico, in codice – il politichese – a koinè essoterica, di largo consumo: la vulgata. Dopo di che anche i temi delle battaglie sono diventati più social (con i politici come gli influencer), post-politici. Infine sono arrivate le parolacce – “Vai a lavorare, stronza”. La post-educazione.


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