Cultura & Spettacolo

PIATTORICCO – Gli struffoli

di Edoardo Sirignano -


Sembra strano, ma il dolce più cercato online nel Natale 2023 non è il panettone o il pandoro, ma gli struffoli. Chi sa resistere, d’altronde, a una montagna di palline fritte ricoperte di miele? Ecco perché la specialità made in Campania, dopo aver conquistato le tavole di mezza Italia, si prende anche il web. Stiamo parlando, comunque, di una ricetta antica. Sulle stesse origini, infatti, esistono diverse scuole di pensiero.

C’è chi sostiene che il loro nome derivi dal termine greco “strongoulos” (arrotondato), mentre un’altra, più diffusa, predica che chi li ha inventati si sia riferito semplicemente allo “strofinare”, il gesto che viene compiuto durante la preparazione del prodotto. Una cosa è certa, la loro storia, normale nel Paese della Chiesa, parte dai conventi. I religiosi sembra li donassero alle famiglie indigenti, che in una città difficile, come Napoli, avevano non poche difficoltà a sbarcare il lunario. Adesso non è proprio così. Nella maggior parte dei casi gli struffoli sono una prelibatezza, anche abbastanza onerosa, a seconda delle modalità con cui vengono preparati.

Nel centro dello stivale, ad esempio, vengono disposti a forma di corona, la famosa “cicerchiata”, disponibile solo nelle migliori pasticcerie. L’elemento per i più piccoli, però, che non deve mai venir meno sono i “diavulilli”, i confettini colorati che si sposano alla perfezione con miele e frutta candita (facoltativa a seconda dei gusti). Per quanto mi riguarda, i migliori, come dice la figlia di un mio caro amico, sono quelli “semplici, compatti e che non si sbriciolano subito”.


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