Economia

“Governo a gamba tesa ma l’incentivo va confermato”

di Angelo Vitale -


Superbonus, è allarme. La voce delle imprese può servire ad aprire uno squarcio di vero chiarimento sulla questione. Andrea Brigo è il vicepresidente di Cne (Comitato Nazionale Energia), un’associazione tra aziende e società d’ingegneria che operano per la riqualificazione energetica e che finora hanno sviluppato “oltre un miliardo di euro di fatturato dando lavoro a migliaia di persone”, dice subito Brigo. La manovra del Governo, che ha improvvisamente eliminato per tutti i Bonus edilizi la possibilità di cedere i crediti e di conseguenza di poter applicare lo sconto in fattura su tutti i bonus fiscali edilizi, scotta.
“E’ stata una modalità d’intervento barbara – afferma -, applicata senza alcun preavviso o negoziazione con le parti sociali e le associazioni datoriali che genera un grave danno a tutto il settore. Gli imprenditori, le società di ingegneria, gli studi professionali che avevano in corso forti investimenti, già provati dal blocco delle cessione dei crediti delle banche, sono ora colpiti da un provvedimento che per risolvere un problema sollevato dal Mef a seguito dell’interpretazione Eurostat e dell’Istat sull’impatto degli incentivi sul debito pubblico, chiede e ottiene un provvedimento d’urgenza senza un adeguato periodo di transizione necessario ad adeguare le organizzazioni e gli investimenti in corso. E non considerando che lo stesso Governo solo 2 mesi fa era già intervenuto per ridurre gli incentivi del Superbonus senza alcun accenno alla possibilità di togliere la possibilità di cedere i crediti e di eliminare lo sconto in fattura che di fatto aveva consentito finora all’intero settore di risollevarsi dalla crisi”.
Cosa possono fare le aziende? “Non ci resta – risponde Brigo – che esortare le aziende più forti ad organizzarsi facendo leva sulla resilienza, pur ricordando che nel Superbonus in poco meno di 3 anni si sono succedute oltre 30 modifiche tecniche e fiscali: un percorso ad ostacoli difficile per chi non mette in discussione il rispetto delle leggi e delle regole come il 99,9% di questi operatori”.
E tutte le altre? “Prevediamo – ipotizza Brigo – purtroppo che le aziende più provate delle 25 mila del settore entreranno in stato di crisi con il conseguente ricorso alla cassa integrazione e poi ai licenziamenti in misura importante per una parte delle 900 mila maestranze coinvolte”
E le proposte da fare? “Entro 60 giorni – indica Brigo – vanno trovate soluzioni sostenibili per tutti, guardando anche al mutato scenario mondiale, ai nuovi obiettivi europei sulla riduzione dei consumi energetici previsti tra il 2030 ed il 2037, che senza una strategia e un pianificazione di una forte politica d’incentivazione non potranno certamente essere raggiunti”.
Da parte del Comitato Energia arrivano proposte di modifiche che dovrebbero avvenire durante la conversione del decreto. “Facciamo appello alla sensibilità e lungimiranza di maggioranza e opposizione, che hanno a cuore questa parte produttiva del Paese”.
Cinque le richieste specifiche. “Innanzitutto lo spostamento della data di applicazione del blocco delle cessioni e dello sconto in fattura per consentirlo con la cessione del credito alle attività già pianificate. Poi, una deroga della cancellazione del blocco delle cessioni e della possibilità di applicare lo sconto in fattura per gli incapienti. Dobbiamo consentire alle classi sociali meno abbienti e più deboli di poter continuare ad usufruire degli incentivi fiscali per riqualificare le proprie abitazioni ed i propri condomini”.
Importante anche il prolungamento dei tempi di ammortamento. “Proponiamo 10 anni, come previsto per i bonus minori per consentire alle famiglie che possono compensare autonomamente gli incentivi fiscali di effettuare ugualmente gli investimenti senza cessione dei crediti e sconto in fattura. Ciò, supportando gli investimenti con finanziamenti agevolati da far erogare alle banche per la realizzazione delle opere, evitando speculazioni finanziarie. Ancora, vanno resi strutturali gli incentivi, garantendo stabilità per 10 anni, nella misura che il Mef riterrà compatibile con la sostenibilità dei conti dello Stato”.
Infine occorre smaltire i cassetti fiscali delle aziende. “Serve ampliare la capacità fiscale delle banche aprendo ai privati almeno per i crediti accumulati fino alla pubblicazione della legge, nelle modalità proposte dall’Abi come indicato e proposto più volte da Ance”.

Torna alle notizie in home