Cronaca

GRAVI INDIZI DI REATO – The Iceman: la storia di Richard Kuklinski

di Francesca Petrosillo -


Richard Kuklinski, noto come “The Iceman, l’uomo di ghiaccio, è uno dei più spietati sicari della mafia americana, responsabile dell’uccisione di oltre cento persone nell’arco di trent’anni.

Nasce l’11 aprile 1935 nel New Jersey in una famiglia disfunzionale e segnata dalla violenza. Fin da giovane, mostra segni inquietanti di distacco emotivo e crudeltà. Vittima di un padre alcolizzato e abusivo, Kuklinski cresce in un ambiente ostile che lo segna profondamente. La violenza diventa il suo linguaggio, il suo strumento di sopravvivenza. Da adolescente inizia a compiere atti brutali, uccidendo animali e attaccando coetanei.

Negli anni ’50, Kuklinski entra nel mondo della criminalità organizzata: lavorando inizialmente come contraffattore e strozzino, attira l’attenzione della mafia italo-americana, in particolare della famiglia Gambino. Si afferma come sicario spietato, preciso, metodico.

La sua freddezza nel compiere omicidi gli vale il soprannome “The Iceman”, l’uomo di ghiaccio. Kuklinski congela i corpi delle sue vittime per depistare le indagini e confondere il momento del decesso, stratagemma che diventa la sua firma.

Nonostante conduca una doppia vita – criminale di notte, padre di famiglia di giorno – Kuklinski mantiene per anni un’apparenza insospettabile. Sposa Barbara Pedrici e ha con lei tre figli. A casa è un padre premuroso e presente, ma dietro le mura domestiche si nasconde un mostro. Kuklinski è coinvolto in centinaia di omicidi, anche se ammetterà solo una parte di essi. La sua abilità nel non lasciare tracce, unita a una personalità manipolatrice e priva di rimorsi, gli permette di agire indisturbato per oltre due decenni.

La sua caduta inizia negli anni ’80, quando l’investigatore Domenick Polifrone, infiltrato sotto copertura per conto della DEA, guadagna la sua fiducia. Kuklinski si lascia andare a confidenze compromettenti, fornendo prove audio che porteranno al suo arresto nel 1986.
Durante il processo, emergono dettagli agghiaccianti: avvelenamenti, strangolamenti, sparatorie. Kuklinski non mostra pentimento, ma descrive ogni omicidio con lucidità clinica.
Condannato a cinque ergastoli consecutivi, Kuklinski trascorre il resto della sua vita nel carcere di Trenton, dove nel 2006 muore all’età di 70 anni. Poco prima della sua morte, rilascia diverse interviste a criminologi e giornalisti.
In questi racconti, la figura dell’Uomo di Ghiaccio si delinea in tutta la sua inquietante complessità: un individuo che riesce a vivere tra due mondi, uccidendo con la stessa facilità con cui stringe la mano ai vicini. Richard Kuklinski rimane uno dei serial killer più temuti e studiati della storia americana, che ha ha ispirato anche diversi film e serie tv.


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