Attualità

Il caso Joe Formaggio e quei veleni nella destra che minacciano il futuro

di Ivano Tolettini -


C’è anche una battaglia del consenso nel centrodestra sullo sfondo del caso Joe Formaggio, che deflagra non solo nel recinto della politica veneta. La vicenda del consigliere regionale di Fratelli d’Italia accusato dalla collega della Lega, Milena Cecchetto, di presunte molestie durante una pausa dei lavori del Consiglio regionale oltre che avere un contenuto fattuale – ma solo l’autorità giudiziaria ha gli strumenti investigativi per approssimare la verità processuale a quella storica -, ne ha uno politico vista la piega degli eventi perché i due protagonisti sono personaggi assai conosciuti sulla scena pubblica non solo vicentina, di dove sono originari. Lei, 51 anni, già sindaca per due legislature di Montecchio Maggiore, Comune di 23 mila abitanti nell’Ovest della provincia; lui 44 anni, primo cittadino per due mandati di Albettone, realtà di 2 mila anime al confine con il Padovano, una fama di sindaco-sceriffo che l’ha fatto assurgere più volte sul proscenio quanto meno regionale. Dunque, due politici conosciuti e apprezzati dal rispettivo elettorato. Solo che adesso il caso è diventato esplosivo perché Milena Cecchetto intervistata da numerosi giornalisti ha dichiarato anche che le presunte molestie del collega di centrodestra andrebbero avanti da un paio d’anni. Tanto da avere detto: “Sto valutando se denunciarlo”. Ed ha novanta giorni di tempo. Per contro l’ingegnere Formaggio, sposato e padre di tre figli, manager commerciale di primo piano del colosso dell’acciaio Valbruna, si scusa con la collega “se c’è stata qualche incomprensione verbale o gesto male interpretato, ma respingo categoricamente ogni accusa di molestia fisica”. Ricorda che “collaboriamo assieme da più di 14 anni facendo politica, prima da sindaci e ora da consiglieri regionali, sempre con il massimo rispetto e stima reciproca. Sono sicuro che questa incomprensione non andrà a intaccare il nostro rapporto di collaborazione e fraterna amicizia”. La replica di Cecchetto, a chi le ha chiesto perché ha atteso così tanto tempo per parlarne, è stata quella che “avevo paura, ma ho deciso di dire basta”. L’altro giorno l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale di palazzo Ferro Fini ha deciso all’unanimità di proporre all’assemblea di votare la sanzione disciplinare contro Formaggio della censura e di una sospensione di 5 giorni. La decisione sarà presa dal Consiglio a scrutinio segreto e sulla carta la maggioranza per infliggere la condanna al consigliere di FdI è schiacciante. Ma trattandosi di un’aula politica la valutazione avrà anche un intrinseco significato politico e questo fa dire a più osservatori che Formaggio potrebbe pagare il suo protagonismo che vede la sua figura in ascesa. Almeno fino a martedì pomeriggio. Tanto che il presidente leghista del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, chiederà all’aula “di censurare il comportamento, che si ritiene configurato quale gravemente irriguardoso, tenuto dal consigliere Formaggio”. Il quale è stato sospeso (l’inibizione può durare un anno) dal suo partito come ha spiegato il coordinatore regionale, Luca De Carlo, che ha riferito ai cronisti che sarà la Commissione di Garanzia regionale e nazionale di FdI ad esaminare la posizione. Ma chi era presente alle presunte molestie, che il diretto interessato nega? Nella buvette erano presenti il consigliere leghista Filippo Rigo e il segretario generale Roberto Valente. Il primo ha spiegato che era concentrato sullo smartphone perché stava scrivendo una mail ed ha sentito del trambusto, ma non ha visto di concreto nulla. Valente, in base a una prima versione, sarebbe arrivato subito dopo i presunti fatti molesti, vedendo Cecchetto turbata e sentendo che Formaggio faceva una battuta su un parente della collega a proposito di un cane, l’ha definita di “cattivo gusto”. Ma c’è chi ha anche scritto che Valente ha dichiarato: «Sono entrato nell’anti-aula e c’era solo la consigliera Cecchetto, poi è arrivato Formaggio. Non ho visto che la spinta giù dal bracciolo. Molestie? Non esiste. Di cattivo gusto la battuta sul cane». Tanto che Joe Formaggio ai cronisti martedì sera ha detto: “Sono entrato nell’anti-aula, c’era anche il segretario Valente. Mi sono fermato a parlare, stavamo ridendo e scherzando. A Milena ho detto: “Ti regalo un cane visto che tuo papà ha un problema agli occhi”. Lei era seduta sul bracciolo, l’ho spinta giù sul divano, ma era tranquilla, ho preso il suo posto. Poi sono andato via, un bacio sulla guancia, come sempre. Manate sul sedere? Falso. Ho appena chiamato Valente, lui stesso mi ha detto: “Qua qualcuno ti vuole male””. Il contesto politico, non va dimenticato, ha visto FdI – che dal punto di vista mediatico sta patendo molto il caso Formaggio – alle politiche di settembre diventare il primo partito con il 32,8% dei suffragi in Veneto, relegando la Lega al 14,7%, addirittura dietro il Pd. Con uno scontro dentro il Carroccio per la segreteria regionale. La vicenda delle presunte molestie, che sono da provare, scatena dunque veleni nella destra, perché la politica è il regno della dietrologia, dal sapore della faida. Non sarebbe la prima volta che succede.

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