Il contrappasso di Davigo: “Un anno e 4 mesi per il super pm”
PIERCAMILLO DAVIGO MAGISTRATO
di ADOLFO SPEZZAFERRO
Un anno e quattro mesi di carcere con la sospensione condizionale della pena. È la condanna chiesta dai pm di Brescia per Piercamillo Davigo, ex pm di Mani pulite ed ex membro del Consiglio superiore della magistratura, imputato per rivelazione di segreto d’ufficio nel caso della cosiddetta loggia Ungheria. L’accusa è di aver consegnato a varie persone, tra cui ex membri del Csm e l’ex presidente 5 Stelle della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, copie dei verbali d’interrogatorio in cui l’avvocato Piero Amara, faccendiere ed ex consulente dell’Eni, riferiva dell’esistenza di una presunta loggia massonica eversiva chiamata “Ungheria”, di cui avrebbero fatto parte importanti esponenti delle istituzioni, della finanza e delle forze dell’ordine. Davigo aveva ricevuto i verbali da Paolo Storari, il pm milanese che aveva ascoltato Amara. Per quelle dichiarazioni, giudicate inattendibili, l’avvocato è stato rinviato a giudizio per calunnia e autocalunnia. Storari, imputato insieme a Davigo, ha optato invece per il rito abbreviato ed è stato assolto sia in primo grado che in appello perché “il fatto non costituisce reato”. I verbali erano arrivati in forma anonima al Fatto Quotidiano e a Repubblica: per quella vicenda era finita sotto processo Marcella Contrafatto, ex segretaria di Davigo, poi prosciolta. “È lo stesso Davigo che determina Storari a commettere il reato“, ha incalzato il pm, “è lui che lo rassicura sostenendo che su quegli atti il segreto non sia opponibile al Csm. Se gli avesse detto la verità, e cioè che nel 99% dei casi gli atti di indagine non vengono mai resi ostensibili al Csm prima della discovery degli stessi, Storari non avrebbe commesso il reato”.
“Davigo si erge a paladino della giustizia per tutelare la legalità, ma l’unica legalità violata è nel salotto di casa sua” quando ha accettato da Storari i documenti riservati della procura di Milano, “che poi, dopo un po’ di tempo finiscono sui giornali pregiudicando una delicatissima indagine”, ha evidenziato il pm Donato Greco. Martedì prossimo 20 giugno le arringhe dei difensori Francesco Borasi e Domenico Pulitanó, e la sentenza.
La bufala della loggia Ungheria è stata data in pasto da Amara a pm e giornali. Una finta loggia massonica in cui figuravano Denis Verdini, Luigi Bisignani e Silvio Berlusconi. E anche vertici delle forze dell’ordine, alti magistrati, giudici costituzionali, politici, consiglieri del Csm, per arrivare al segretario di Stato del Vaticano Parolin. Eppure Davigo evidentemente ha preso per buona l’esistenza di questa fantomatica loggia. Il problema di fondo tuttavia resta il circo mediatico alimentato da queste vicende giudiziarie.
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