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Cronaca

Silvio Sapone interrogato a Brescia: il filone sulla presunta corruzione scuote ancora il caso Garlasco

di Lino Sasso -

La caserma Tenente Francesco Lillo della Guardia di Finanza di Pavia con le auto di servizio appena rientrate dalle perquisizioni a Pavia e Garlasco nelle abitazioni dei genitori e degli zii di Andrea Sempio, unico indagato nel nuovo filone d'inchiesta sul caso aperto dalla Procura della Repubblica di Pavia in merito alle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007. Pavia, 26 settembre 2025. ANSA / PAOLO TORRES


Ascoltato in Procura a Brescia l’ex carabiniere Silvio Sapone, figura chiave della polizia giudiziaria di Pavia ai tempi del delitto di Garlasco e considerato uno degli uomini di fiducia dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti. L’audizione rientra nel filone che la magistratura bresciana ha aperto per chiarire se, all’interno del caso Garlasco, potessero essersi verificati episodi di corruzione o condotte distorte tali da influenzare la decisione di archiviare nel 2017 la posizione di Andrea Sempio. È da questo intreccio di ipotesi che nasce l’espressione – ormai ricorrente tra gli investigatori – di caso Garlasco corruzione, termine con cui si identifica il ramo dell’indagine dedicato esclusivamente ai presunti condizionamenti dell’attività giudiziaria.

La “sfilata” davanti ai pm di Brescia che indagano per corruzione sul caso Garlasco

Sapone è ascoltato come testimone per chiarire il suo ruolo e quello dell’ex collega Giuseppe Spoto. Entrambi sono al centro di dubbi legati alla gestione di alcune intercettazioni e a contatti telefonici intercorsi con Sempio. Secondo gli inquirenti, proprio queste anomalie operative potrebbero aver contribuito alla richiesta di archiviazione firmata dai pm Venditti e Giulia Pezzino, poi accolta dal gip Fabio Lambertucci. È in questo contesto che il tema della corruzione entra a pieno titolo nell’analisi del caso Garlasco. Dando forza all’ipotesi che alcune scelte investigative potrebbero non essere state pienamente trasparenti. La settimana scorsa sono stati ascoltati anche gli ex avvocati di Sempio. Massimo Lovati, uno dei legali, ha ammesso di aver ricevuto circa 15mila euro in nero, aggiungendo che ulteriori somme erano state pagate dalla famiglia Sempio per coprire spese difensive.

I sospetti degli inquirenti

Queste dichiarazioni hanno ulteriormente alimentato i sospetti. Per gli investigatori, infatti, anche la gestione del denaro potrebbe aver avuto un ruolo nell’evoluzione del caso di Garlasco e indagano per corruzione. Soprattutto alla luce delle testimonianze raccolte nel tempo. Un passaggio rilevante arriva anche dal racconto di Giuseppe Sempio, ascoltato come testimone il 26 settembre. Sempio ha confermato di aver consegnato denaro contante ai propri legali, spiegando che l’intercettazione in cui affermava di dover “pagare quei signori lì” si riferiva proprio al pool di avvocati. Gli inquirenti stanno confrontando queste versioni con i movimenti economici ricostruiti. Cercano di comprendere se tali pagamenti possano costituire un tassello ulteriore nella costruzione del quadro legato all’ipotesi di corruzione nel caso Garlasco corruzione.

Il Riesame annulla ancora il sequestro dei dispositivi di Venditti

Intanto, il Tribunale del Riesame di Brescia annulla nuovamente il sequestro dei dispositivi elettronici – telefoni e computer – appartenenti a Venditti, Spoto e Sapone. È stata disposta la restituzione di tutti i beni, compresi i dati già estratti. I dispositivi di Venditti restano tuttavia a disposizione degli investigatori, poiché è stato avviato un accertamento irripetibile. Ciò potrebbe richiedere un incidente probatorio con la nomina di un perito terzo. Con le nuove audizioni previste davanti al procuratore capo Francesco Prete e alla pm Claudia Moregola, l’indagine rimane in pieno movimento. Il caso Garlasco con le ipotesi di corruzione resta al vaglio degli inquirenti. E continua a gettare ombre su uno dei procedimenti giudiziari più complessi e discussi degli ultimi anni.


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