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Il Governo resti in carica fino al 2023

di Alberto Filippi -


Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, all’incontro con i capigruppo a Villa Gernetto

“Saremo i primi a collaborare lealmente all’attività di questo governo, che deve rimanere in carica per tutto il tempo necessario, fino al 2023, fin quando saremo usciti dall’emergenza. Allora si potrà tornare alla naturale alternanza fra due schieramenti in competizione fra loro”. Lo dice Silvio Berlusconi all’incontro con capigruppo, coordinatore nazionale e Forza Italia Giovani a Villa Gernetto. “Questo governo, il governo Draghi è un governo di coalizione, una coalizione anomala che riunisce forze politiche che sono naturalmente antagoniste. Da loro non possiamo ovviamente attenderci le stesse scelte che realizzerebbe un governo di centro-destra. Però dobbiamo dare atto che la gran parte delle nostre proposte sono state accolte e realizzate, sia per quanto riguarda il contrasto alla pandemia sia per quanto riguarda le scelte di politica economica. Del resto le nostre sono scelte ispirate al buon senso e alla ragionevolezza, e grazie a queste scelte per il momento l’Italia è uno dei paesi che stanno ottenendo i migliori risultati in Europa, sia sul piano sanitario che su quello economico”, prosegue Silvio Berlusconi.

Di Maio: “L’Italia non può permettersi di perdere Draghi”

“Posso dire una cosa che va al di là del dibattito sul Quirinale”, e cioè che “l’Italia non può permettersi di perdere Mario Draghi, è essenziale che guidi questa situazione così difficile”, ciò “è interesse” del Paese. Luigi Di Maio, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, lo dice intervenendo alla quinta edizione della Festa dell’Ottimismo del Foglio. Oltre a tutto ciò “il 2022 è l’anno in cui al di là del Quirinale e l’anno in cui dovremo affrontare la riforma del Patto di Stabilità”, prosegue Luigi Di Maio. “Mai come in questa elezione del Presidente della Repubblica credo sia così importante coinvolgere le forze politiche e i gruppi parlamentari”, aggiunge Di Maio. “Al di là delle scelte sul Quirinale diciamo che si assecondi la voglia di una parte delle forze politiche di andare a votare. Da febbraio-marzo non avremmo più un governo perché inizierebbe il processo elettorale, concludendosi tra aprile e maggio. Da maggio iniziano decine, ma nel caso del Conte 1 furono cento giorni, di giorni per formare un governo. Noi potremmo non avere un governo nella pienezza delle funzioni per affrontare la pandemia per 5, 6 mesi. In quei mesi ci bruceremmo la crescita economica, la campagna vaccinale e la lotta al virus”, commenta Di Maio. “Se guardiamo ai paesi dell’est dell’Unione Europa, paesi europei, che sono in crisi di governo o stanno votando per la terza volta perché non riescono a formarne uno”, emerge “uno stretto legame tra l’instabilità politica e l’andamento del virus”, dice Di Maio, e questo “lo ha detto il Presidente della Repubblica quando è nato il governo Draghi dopo la crisi del Conte 2: un governo che non è nel pieno delle sue funzioni non ha i poteri per affrontare la fase straordinaria della pandemia”. Quindi, “per me chi sta pensando di andare al voto in questo momento per tornaconto personale farà un danno al paese di cui risponderà alla storia“, dice il ministro, e anche Giuseppe Conte “ha detto chiaramente che non è d’accordo sull’idea andare a votare anticipatamente e io gli credo assolutamente”.

Sondaggi, avanti il Pd (20,3%) poi FdI (19,9%) e Lega (18,3%)

Intanto il Pd si conferma primo partito per il 20,3% degli intervistati, invariato rispetto alla scorsa settimana. Alle sue spalle Fratelli d’Italia con il 19,9%, stessa percentuale di sette giorni fa, terza sul podio la Lega con il 18,3%, cedendo uno 0,1% rispetto alla precedente rilevazione. Resta giù dal podio il Movimento 5 Stelle con il 15,9% (-0,2%). Seguono tutti gli altri: Forza Italia al 7,7% (+0,1%), Azione al 3,7% (-0,1%), Italia viva al 2,4% (+0,1%), Articolo 1 al 2,1% (+0,1%), Europa verde al 2,1% (+0,1%), Sinistra italiana al 2,1% (+0,1%), Più Europa all’1,5% (-0,1%). Tutti gli altri insieme fanno il 4%. È quanto emerge dal sondaggio Dire-Tecnè realizzato il 26 novembre. Lievissimo incremento del centrodestra, posizione invariata per il centrosinistra. Il centrodestra è scelto dal 47,1% degli elettori, il centrosinistra sempre dal 40,4%, a dividere gli schieramenti 6,7 punti. Nel dettaglio il 47,1% degli italiani voterebbe per il centrodestra composto da FdI, Lega, FI, CI, Udc. Alla coalizione di cui fanno parte Pd, M5S, Art.1, EV, andrebbe il 40,4% delle preferenze. Azione, Italia viva e Più Europa insieme raccolgono il favore del 7,6% degli intervistati (-0,1%). Lieve calo per la fiducia degli italiani nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che passando dal 75,1% del 19 novembre al 74,8% del 26 novembre cala dello 0,3% rispetto alla scorsa settimana. Dallo scorso febbraio la fiducia nei confronti di Mattarella non è mai scesa sotto il 70%. La fiducia degli italiani in Mario Draghi resta alta ma perde uno 0,5% in una settimana, passando dal 64,6% al 64,1%. Draghi è sopra il 64% dallo scorso 2 luglio. La fiducia del governo è in leggero calo e si assesta al 53,5% con un -0,3% nell’ultima settimana (sette giorni prima era al 53,8%). Quello attuale è un livello vicino a quello toccato a fine giugno scorso.


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