L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Poltrone Rosse

SPOILER: CORRETE IN SALA – La sala è morta, dov’è Victor Frankenstein

di Amarcord -


La sala è morta, dov’è Victor Frankenstein – “Frankeistein”

SPOILER: CORRETE IN SALA

Netflix produce e consegna in mano al regista Guillermo del Toro un romanzo e un film imprescindibile, Frankenstein, che giustamente il regista riadatta come vuole. La trama la conoscono tutti, in questo film del 2025 vengono riscritti i ruoli del padre di Victor, che nel libro non mortifica il figlio in questo modo, ma soprattutto il personaggio di Elizabeth ha un ruolo diverso. Del Toro mette in scena una storia di emarginati, solamente il personaggio di Harlander interpretato da Christoph Waltz è attaccato alla vita mentre il mostro interpretato da Jacob Elordi segue la stessa parabola di Victor Frankenstein, a suggerircelo di fatti è il doppio ruolo di Mia Goth che è sia la madre di Victor sia la donna di cui si innamorerà il mostro, entrambi i ruoli daranno uno scopo ai protagonisti attraverso la morte.

La tecnica delle confessioni dei due personaggi al capitano della nave, che è il recettore del racconto e anche incarnazione dello spettatore è molto interessante. Oscar Isaac nei panni di Victor conferma il suo statuto di uno dei migliori attori viventi, mentre Jacob Elordi è un mostro rannicchiato, bello e mai ascoltato, l’adattamento più fedele alla sensibilità del mostro nel libro. Il film più che un horror sembra un racconto sulla formazione dell’identità e sulla liberazione di un individuo che, come tutti noi, non ha scelto di venire al mondo. Messa in scena, costumi, regia ed effetti speciali meravigliosi come solo del Toro sa fare ma, il giudizio sul film rimane sospeso, in quanto è un crimine non mandare questo film in sala, come spesso fa Netflix, così il cinema si avvicina alla sua morte.

La Troma è stata tradita – “The toxic avenger”

ATTENZIONE: FREGATURA

La Troma è una casa di produzione indipendente nata nel 1974 che si è distinta per l’irriverenza e la scorrettezza dei suoi film, ricchi di sangue, nudità e scene splatters. “The toxic avenger” è un remake dell’omonimo film del 1984, prodotto nel 2023 e uscito nelle sale italiane solo nel 2025. Potevamo farne a meno data la mancanza completa di una qualsivoglia idea registica o di scrittura originale. La storia è leggermente diversa dall’originale in quanto a trasformarsi in un orribile mostro è Winston, padrigno di Wade, che diventa un mostro con dei superpoteri a causa delle sostanze tossiche prodotte dall’azienda del cattivo, interpretato da Kevin Bacon.

Questo film tradisce ogni dogma della Troma, lo splatter viene messo fuori campo, nessuna goccia di sangue è credibile, gli effetti speciali sono posticci ma soprattutto non si può utilizzare l’ironia in questo modo, le battute non hanno mai il tempo comico giusto e non si capisce che tono vogliano tenere le sequenze del film. I raccordi di montaggio tra una scena e l’altra sono senza senso e le informazioni atte a mandare avanti la trama ci vengono sbattute in faccia senza un minimo di delicatezza cinematografica, una macchia indelebile nella filmografia di attori del calibro di Kevin Bacon, Elijah Wood e Peter Dinklage. Per carità non metto in dubbio che l’idea del film potesse essere interessante e si sa, gli attori sono costretti a lavorare anche solo per ricordare la loro esistenza al pubblico, ma immagino anche la faccia sconvolta di Kevin Bacon dopo aver visto il montaggio finale.

Andrea Di Stefano, il maestro del cinema italiano – “Il maestro”

CI METTO LA FIRMA

Il maestro” è un film del 2025 diretto da Andrea Di Stefano e scritto dallo stesso regista insieme a Ludovica Rampoldi, la storia racconta l’incontro tra un giovane ragazzo di nome Felice e un vecchio campione di tennis, Raul Gatti. L’incipit del film è delizioso come lo è la recitazione di Pierfrancesco Favino nei panni di Raul Gatti, il suo sorriso suggerisce sempre una latente depressione per qualcosa di irrisolto, o di lasciato indietro.

Tiziano Menichelli nei panni di Felice illumina lo schermo, un personaggio che evolve piano piano staccandosi da un nucleo famigliare che lo opprime e lo responsabilizza in maniera eccessiva, nel secondo atto Felice cresce giocando vari tornei nazionali in ogni parte d’Italia insieme al suo maestro. Nel terzo atto invece emerge il personaggio di Raul Gatti e vengono a galla i suoi scheletri nell’armadio, senza però perdere quella leggerezza e quell’ironia che danno ritmo a questo film di formazione. Forse nei venti minuti prima della scena finale il film si arena leggermente ma la bellissima scena di ballo di Cuccurucucù, tra Raul e Felice, rafforza un rapporto sceneggiato in maniera impeccabile.

Il regista Andrea Di Stefano non replica la bellezza di quel mezzo capolavoro che era “L’ultima notte di Amore”, film precedente del regista sempre in sodalizio artistico con Pierfrancesco Favino. Eppure, in questo nuovo film non mancano le grandi intuizioni di regia e di messa in scena a cui il regista ci ha abituato, un applauso al direttore della fotografia e alle svariate sfumature del giallo e del verde che contrastano meravigliosamente con l’arancione del campo da tennis.

Leggi l’ultimo episodio: SPOILER: CORRETE IN SALA – Una memoria fragile e una famiglia forte


Torna alle notizie in home