Cultura & Spettacolo

Il Meridione d’Italia nel libro di Mario Bellotti Il senso di una storia

di Redazione -


 

Nel Meridione d’Italia si sono stratificate nel corso dei secoli, le une sulle altre, le vestigia culturali di popoli diversissimi creando, attraverso l’arricchimento reciproco nello sviluppo delle arti e della cultura politica e letteraria tra “occupati” e “occupanti” che si sono succeduti sui suoi territori,  quella che può essere definita la “civiltà europea occidentale” fondata sulla Religione cristiana e sostenuta dalla Filosofia greca e dal Diritto romano. Nel libro “Il senso di una storia” (Albatros, pag 85, Euro 12,50) Mario Bellotti ripercorre le vicende storiche del Sud d’Italia che hanno avuto un ruolo determinante non solo politico ma soprattutto economico e culturale per l’intera Europa. Con un approfondito esame della storia dei “Regni”- dai Normanni, agli Svevi, agli Angioini, agli Aragonesi, agli Asburgo di Spagna, agli Asburgo d’Austria e, dopo la breve parentesi della Repubblica napoletana, ai Borboni – l’autore analizza le vicende storiche del Meridione, che hanno avuto percorsi diversi – siciliano e napoletano, anche se unico era il sovrano (Carlo II Re di Spagna era contemporaneamente Carlo IV Re di Napoli e III di Sicilia) -, attraverso lo studio del carattere, della politica e delle prerogative dinastiche dei vari monarchi che si sono succeduti  nel tempo, rivalutandole alla luce delle più recenti ricerche storiche che, al di là e al di sopra di ogni retorica risorgimentale, consentono di esprimere un più preciso e sereno giudizio.

Mario Bellotti “difende” la storia del Sud d’Italia, certamente diversa da quella che la interpreta retoricamente, dall’unità d’Italia in poi, come “terra depressa” e sinonimo di arretratezza e sottosviluppo, ricordando che nella corte di Federico II ha preso forma la lingua volgare siciliana che precorre la lingua italiana; che Napoli è stata per sette secoli sede universitaria;  che il Regno di Napoli è stato l’unico, dopo il Concilio di Trento, ad impedire l’insediamento del Tribunale dell’Inquisizione e la realizzazione del ghetto per gli Ebrei; che Napoli è stata, per lunghi secoli, la capitale italiana per eccellenza, sede del regno più antico della penisola nel quale si è sviluppato il pensiero di Tommaso Campanella, di Giordano Bruno, di Bernardino Telesio e di  Giovan Battista Vico che raggiunse i massimi vertici della sapienza accanto ai grandi pensatori dell’antichità. Il Meridione è stato nel ’700 il territorio della Penisola politicamente più rilevante e influente in Europa con rapporti diplomatico – commerciali anche con gli Stati Uniti d’America, gli imperi russo e brasiliano e l’estremo Oriente e il Regno di Napoli di Ferdinando II è stato il primo Stato della Penisola ad avviare uno sviluppo industriale organico in grado di attrarre il maggior numero di imprenditori europei e l’unico ad ospitare una filiale della banca d’affari Rothschild.   “Ho cercato di inquadrare la storia del Sud, ha spiegato Mario Bellotti, all’interno dei secoli dell’Europa cristiana prima e laicizzata poi sforzandomi di sintetizzarla molto. E’ come se avessi dato tante veloci pennellate su una grande tela, da cui però bisogna fare qualche passo indietro per cogliere il disegno complessivo. L’intento del mio saggio è quello di ricostruire – con spirito scientifico, ma anche con la passione per le narrazioni cavalleresche – vicende storiche inaspettatamente istruttive per noi Uomini del Terzo Millennio: quelle relative al territorio che dal 1130 al 1860 è stato progressivamente denominato Regno di Sicilia, due Regni di Sicilia, Regno delle Due Sicilie. Questa storia italiana, purificata dalle incrostazioni ideologiche che le conferiscono colpe meritevoli di dannazione, interroga chiunque abbia il sacro fuoco della passione civile sui grandi temi della Pace, della Giustizia, del Progresso e della Libertà”.

Vittorio Esposito


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