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Il nuovo corso dell’Arabia Saudita delle alleanze tra “nemici”

di Ernesto Ferrante -


L’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, continua astutamente a tessere la sua tela di alleanze parallele con Stati in perenne conflitto tra loro. Riad ha accettato le “linee generali” di un accordo con Washington che prevede il riconoscimento di Israele in cambio di concessioni da parte dello Stato ebraico ai palestinesi, garanzie di sicurezza statunitensi e aiuto per lo sviluppo del nucleare per scopi civili.
Lo ha rivelato il Wall Street Journal, citando funzionari statunitensi. Secondo il quotidiano, entro il prossimo anno si potrebbero mettere a punto i dettagli di quello che sarebbe “il più importante accordo di pace in Medio Oriente in una generazione”.
L’intesa di massima, stando al Wsj, è arrivata dopo l’incontro preparatorio del mese scorso a Gedda tra MbS ed il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e a pochi giorni di distanza dall’uscita del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che si è detto ottimista sull’approfondimento del dialogo tra lo Stato ebraico e il regno del Golfo, approvando sostanzialmente la formula di pace proposta, che prevede “aperture” per la creazione di uno Stato palestinese .
I negoziatori starebbero discutendo la richiesta di aiuto fatta agli Usa dai sauditi per sviluppare un programma nucleare civile. In cambio, gli americani vorrebbero un allontanamento militare ed economico di Mohammed bin Salman dalla Cina, grazia alla quale è avvenuta la distensione con l’Iran, acerrimo nemico proprio degli Usa e di Israele.

Riprende l’attività dell’ambasciata dell’Arabia Saudita in Iran

L’ambasciata dell’Arabia Saudita a Teheran ha ripreso le sue attività dopo oltre sette anni. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Irna, precisando che la rappresentanza diplomatica ha iniziato a lavorare domenica scorsa.
Le relazioni diplomatiche tra i due Paesi si erano interrotte all’inizio del 2016. A scatenare la crisi fu l’esecuzione del leader sciita Nimr al-Nimr, giustiziato nel regno del Golfo insieme ad altre 46 persone. Come reazione, una folla inferocita assaltò con bombe incendiarie l’ambasciata saudita nella capitale iraniana ed il consolato a Mashad.
Lo scorso 6 giugno era stata riaperta l’ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran nella capitale saudita con alla guida l’ambasciatore Alireza Enayati, già capo della missione diplomatica in Kuwait e direttore generale per gli Affari del Golfo presso il ministero degli Esteri iraniano.

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