Cronaca

Il Papa migliora, ma le voci di dimissioni sono sempre più insistenti

di Lino Sasso -


Le condizioni di Papa Francesco mostrano un lieve miglioramento, secondo l’ultimo bollettino medico diffuso dalla Santa Sede. Nonostante il quadro clinico rimanga complesso, il Pontefice è apiretico, ossia senza febbre, e i suoi parametri emodinamici sono stabili, segno che il cuore sta rispondendo positivamente alla terapia farmacologica. La polmonite bilaterale, confermata dalla TAC di martedì pomeriggio, sembra essere ancora nelle fasi iniziali, il che lascia spazio a un cauto ottimismo. Questa mattina il Papa ha ricevuto l’Eucaristia, ha fatto colazione in poltrona e ha proseguito con le sue attività lavorative, seppur a un ritmo ridotto. I suoi due segretari continuano a portargli documenti e atti da firmare tra il Vaticano e l’ospedale, permettendogli di mantenere il controllo degli affari della Chiesa. Tuttavia, le condizioni di salute di Francesco hanno riacceso le speculazioni su una possibile rinuncia al pontificato. Il cardinale Gianfranco Ravasi, intervistato da RTL, ha dichiarato che considera plausibile questa ipotesi, sottolineando che il Papa è un uomo deciso nelle sue scelte. Un’idea condivisa anche dal cardinale di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, che pur non avendo certezze, riconosce che “tutto è possibile”. Anche il cardinale di Barcellona, Juan José Omella, ha espresso la stessa opinione, pur invitando a non lasciarsi guidare dall’ansia: “L’importante è vivere il momento presente senza paura”. Nonostante queste voci, Papa Francesco ha sempre ribadito la sua determinazione a portare avanti il pontificato, indipendentemente dalle difficoltà fisiche. “Si governa con la testa, non con il ginocchio”, ha spesso affermato nelle interviste, una frase che riflette la sua convinzione nel proseguire il proprio mandato. La sua intensa agenda di viaggi internazionali ne è la prova: il suo 45º viaggio apostolico dello scorso settembre lo ha portato in quattro Stati e due continenti (Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore), dimostrando una resistenza che ha sorpreso persino le guardie svizzere e i gendarmi, tornati più provati di lui. Per ora, la situazione resta sotto stretta osservazione, ma il sostegno e la fiducia nei confronti del Pontefice restano forti. Monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, ha espresso la speranza che Papa Francesco superi questa prova, definendolo un “grande combattente” e assicurando: “Questa battaglia la vincerà, ci vorrà tempo, ma la vincerà”.


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