Il politburo cerca l’equilibrio tra Mosca Washington e Pechino
Il politburo si trova di fronte al difficile compito di mantenere e, se possibile, approfondire buoni rapporti sia con la Cina sia con gli Stati Uniti. La telefonata odierna tra Vladimir Putin e Donald Trump dovrebbe concludere le lunghe trattative per un vertice tra i due. Entrambi, grazie ad un lungo ed estenuante lavoro diplomatico, hanno trovato un punto d’accordo la settimana scorsa, ma con alcune sfumature. Il problema non è nell’organizzazione dell’incontro tra i due potenti del mondo, ma nelle posizioni che i falchi del politburo stanno proponendo come condizione fondamentale per concordare un cessate il fuoco e un futuro accordo di pace con l’Ucraina. Lo staff del presidente degli Stati Uniti e la leadership ucraina si rifiutano di discutere il “trasferimento volontario al controllo russo” dei territori delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhya e Kherson dell’Ucraina, che attualmente non sono occupati dalle truppe russe. Negli ultimi giorni la posizione della élite russa si è un po’ ammorbidita, ma non è stato ancora raggiunto un denominatore comune con i rappresentanti Usa. Lo stesso presidente Trump dovrà convincere Putin, a fare marcia indietro su queste richieste, e il politburo è pronto ad ammorbidire ulteriormente la sua posizione, ma non ad abbandonare completamente questa condizione. L’ultima conversazione telefonica odierna tra Putin e Trump potrebbe avvicinare le posizioni di Russia e Stati Uniti, ma certamente causerà molti malumori e “preoccupazioni” in Cina, come aveva avvertito in precedenza Xi Jinping durante la sua visita a Mosca del 9 maggio. Sono i cinesi a suggerire al politburo russo di esigere il pieno controllo sulle regioni dell’Ucraina. D’altronde Mosca ha consolidato nel tempo l’intesa con Pechino, malgrado le diffidenze e le antiche rivalità. La cooperazione Russia-Cina e’ sotto gli occhi di tutti dal campo tecnologico, militare ed energetico, dal cosmo agli abissi. Trump, usa l’arma dei dazi e il big tech per fermare Xi, ben sapendo che i destini strategici dei due colossi eurasiatici potrebbero iniziare a fondersi. I falchi del politburo hanno ben compreso che questa coalizione inizia a destare tensione in Occidente. Ecco il motivo per cui dal Cremlino alcuni giocano al rialzo con il Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhya e Kherson dell’Ucraina. Di certo Russia e Cina non hanno alcun interesse a sfidare direttamente gli Stati Uniti. Cercano una cooperazione per curare meglio i rispettivi interessi per potersi così dedicare più serenamente a contenere le minacce che per Mosca provengono da ovest e per Pechino da est.
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