Esteri

Il Premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi inizia in carcere lo sciopero della fame

di Eleonora Ciaffoloni -


A un mese dall’assegnazione del premio Nobel per la Pace “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani”, per Narges Mohammadi inizia un’altra battaglia. L’attivista iraniana, rinchiusa nel carcere Evin di Teheran dal 2016, ha iniziato lo sciopero della fame.

L’attivista 51enne soffre di gravi problemi cardiaci e polmonari per cui sono necessarie delle cure in ospedale. Ma per fare il tragitto dal carcere alla struttura medica, Mohammadi è costretta a indossare il velo. L’attivista, da sempre contro l’obbligo del velo islamico per le iraniane, contro la tortura bianca e contro la pena di morte (norme in vigore in Iran), non vuole abdicare agli ideali che l’hanno condotta fino al Nobel. E così si è rifiutata di indossare il velo per andare in ospedale, auto-costringendosi di rimanere in carcere.  “Sono disposta a rischiare la vita”, aveva detto dal carcere.

“Siamo preoccupati per le condizioni fisiche e per la salute di Narges Mohammadi”, hanno detto i familiari da Parigi, che a inizio novembre avevano denunciato le autorità carcerarie per aver bloccato il trasferimento in ospedale. Per gli ayatollah, tuttavia, è inammissibile che la illustre detenuta si muova senza velo. 

Ora Narges Mohammadi sta scontando una pena detentiva di 31 anni in Iran ed è stata sottoposta a 154 frustate nel periodo di detenzione. Tredici le volte in cui è stata arrestata, cinque quelle in cui è stata condannata. Attualmente l’attivista, oggi 51enne, si trova in carcere per “diffusione di propaganda”.


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