IN LIBRERIA – La passione sotto il segno del pallone
IN LIBRERIA – La passione sotto il segno del pallone
Il bar di Peppe è il cuore pulsante di un microcosmo napoletano fatto di gesti, parole, ricordi e passioni. Un luogo minuscolo e accogliente, autentico porto di mare nel ventre di Napoli, dove l’odore di caffè si mescola a quello della nostalgia, della gioia e della quotidianità.
Il bar è frequentato da personaggi vividi, quasi teatrali: Deborah con l’acca, regina indiscussa della cassa e del telefono sempre incollato alla spalla, Ciccillo il tuttofare asiatico che sembra moltiplicarsi, e il Professore, osservatore silenzioso del genere umano, in cerca di un argomento universale per il suo primo libro. Il tema lo trova sotto i suoi occhi: l’”Evento”, ovvero la partita della domenica pomeriggio, momento sacro per chiunque viva di calcio e passione, per chi tifa Napoli con il cuore in mano e la voce roca.
Ma il pallone è solo la miccia: ogni partita accende racconti, ricordi e confessioni che parlano di sentimenti veri. Tra padri e figli, vecchi amici, amori mai sopiti e sogni mai morti, il Professore raccoglie un mosaico di vite narrate sullo sfondo azzurro di una squadra e di una città che vive intensamente, sempre.
Maurizio De Giovanni, già noto per i suoi intensi romanzi polizieschi e per il celebre Commissario Ricciardi, in Il resto della settimana compie una deviazione narrativa, ma non tematica: continua a raccontare Napoli e le sue anime, questa volta con lo sguardo curioso e partecipe del Professore, alter ego dell’autore stesso.
Lo stile è come sempre evocativo e profondo. La sua penna riesce in poche righe a dare vita a personaggi memorabili: Deborah, con la sua ostentazione di una lettera; Ciccillo incarna il dinamismo silenzioso degli invisibili; il Professore, disilluso e affascinato, rappresenta la voglia di riscatto attraverso l’osservazione dell’umano. Il calcio qui è il pretesto per un’indagine sociologica e sentimentale, una sorta di confessionale collettivo in cui ogni episodio parte da un semplice ricordo sportivo e si trasforma in racconto esistenziale.
C’è qualcosa di profondamente umano nel modo in cui una partita diventa il ponte per parlare di lutti, amori, speranze, errori. E il bar di Peppe, con la sua ripetitività rituale, è il palcoscenico necessario perché queste storie prendano forma. Ogni racconto parte dallo stesso schema: la provocazione, il ricordo, il racconto un ripetersi che dà forza al romanzo. Come il calcio stesso, fatto di rituali, superstizioni e ripetizioni rassicuranti.
De Giovanni scrive di ciò che conosce e ama: Napoli, il calcio, le emozioni vere. E lo fa con la leggerezza di chi non vuole spiegare, ma solo mostrare. Non si tratta di un romanzo comico, ma di un’opera profondamente umana, dove il sorriso affiora spesso, ma dove c’è anche posto per commozione e malinconia.
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