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Politica

Istruzioni per l’uso: il Quirinale va maneggiato con cautela

di Lino Sasso -


La richiesta di smentita di alcune indiscrezioni di stampa sul consigliere del Capo dello Stato Garofani provoca un incidente tra il capogruppo di FdI Galeazzo Bignami e il Quirinale

Maneggiare con prudenza: un avviso facile da trovare su diversi prodotti, non necessariamente pericolosi. Un avviso che, è noto, vale anche quando si parla del Quirinale. Quando ci si riferisce al Colle, la prima è massima istituzione dello Stato, cautela, delicatezza e, per l’appunto, prudenza, sono d’obbligo. È sempre stato così e così sarà sempre. Chi frequenta gli ambienti parlamentari lo sa bene: il Quirinale non si tocca, se non con la cura del caso. Eppure gli scivoloni sono dietro l’angolo. Tanti ce ne sono stati negli anni, a seguito dei quali è stata fatta trapelare “irritazione”, e tanti ancora ce ne saranno. Ieri è stata la volta del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, che è caduto in fallo per il trapelare di notizie – vere o false – relative proprio agli ambienti quirinalizi.

L’antefatto

Tutto parte da un articolo de La Verità che riporta presunte indiscrezioni relative alla volontà di uno degli uomini più vicini a Sergio Mattarella, il consigliere del capo dello Stato per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa Francesco Saverio Garofani, di creare difficoltà al governo. Che per l’intera mattinata tutto taccia, almeno pubblicamente, sia sul fronte degli ambienti politici e parlamentari che su quello del Colle, appare come un mezzo miracolo. Poi l’incantesimo si rompe. Bignami affida a una nota la richiesta di una smentita sulle indiscrezioni di stampa ed ecco l’incidente con il Qurinale. Apriti cielo. Quella che era stata digerita come una scomposta ricostruzione giornalistica precipita sui rapporti istituzionali tra Quirinale, politica e Parlamento. Non si può tacere. Non più.

La nota del Quirinale dopo l’incidente con Bignami

Un durissimo comunicato del Quirinale esprime “stupore” per le parole del capogruppo di FdI alla Camera, che si sottolinea essere il “partito di maggioranza relativa”. E non è tutto. C’è spazio anche per un espresso riferimento all’articolo incriminato, ritenuto “un ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica costruito sconfinando nel ridicolo”. Il tutto in sole 33 parole che dalle parti dell’opposizione suonano come un gong. Fulmini e saette vengono indirizzate contro Bignami e sul partito di via della Scrofa. Il numero uno di Fratelli d’Italia alla Camera, intervenendo in aula, precisa: “Il Quirinale non c’entra nulla, il Quirinale non si commenta: si recepisce e se ne fa tesoro”. Poi aggiunge: “Non ci permettiamo di chiedere smentite al Quirinale però rimane la domanda al consigliere”. Più che un passo indietro un chiarimento. Non il solo.

La precisazione di Palazzo Chigi

La necessità di una puntualizzazione investe anche Palazzo Chigi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari assicura che non si è “mai dubitato della lealtà istituzionale del presidente Mattarella con il quale il governo ha sempre interloquito con totale spirito di collaborazione”. Ma anche l’uomo macchina di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi fa notare che non c’è stata nessuna smentita del Consigliere Garofani, il cui intervento “avrebbe risolto sul nascere ogni tipo di polemica”. Intervento che non arriverà, nonostante l’incidente tra Bignami e il Quirinale abbia rischiato di aprire un vero e proprio scontro istituzionale.


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