Economia

Intelligenza artificiale, pericolo reale e Meloni incontra Gates

di Giovanni Vasso -

BILL GATES


Giorgia Meloni ha preso molto sul serio il tema dell’intelligenza artificiale. I campanelli d’allarme sono tanti, troppi. E l’Italia ha intenzione di non perdere tempo e di utilizzare, in maniera proficua, il suo semestre di presidenza del G7. Proprio per fare chiarezza su quali potranno essere le conseguenze dell’impiego massiccio delle nuove tecnologie digitali. Per farlo, per comprendere bene le potenzialità e i rischi connessi alla tecnologia dell’Ai, Giorgia Meloni ha già avviato, ormai da qualche mese, una serie di incontri importanti. Ieri, a Palazzo Chigi, è stata la volta di Bill Gates. L’uomo che, prima con Windows e adesso con l’Ai, punta a intestarsi ben due rivoluzioni tecnologiche nell’arco di un pugno di decenni. Il papà di Microsoft e “nonno” di OpenAi è arrivato a Roma poco prima di mezzogiorno. L’incontro con Giorgia Meloni, a cui ha preso parte anche padre Paolo Benanti, presidente della Commissione Ai del dipartimento informazione ed editoria in seno alla presidenza del consiglio, è durato un’ora circa.

La premier italiana e il magnate americano hanno parlato dell’Ai e di cosa potrebbe accadere da qui a qualche anno. È stato proprio padre Benanti a riferire quali siano stati i contenuti dell’incontro a Palazzo Chigi: “Bill Gates, da tecnologo, ha soprattutto sottolineato i grandi vantaggi di ottimizzazione di alcuni processi che possono arrivare. Per quanto riguarda i rischi, lui dice che è importante che l’Ai sia nelle mani giuste”. Tutti, o quasi, lo stiamo constatando ogni giorno. I social sono inondati di annunci truffaldini che ricostruiscono voci e aspetto di personaggi famosi per indurre gli utenti più sprovveduti a lasciarsi spillare soldi o a fornire dati. Ma Bill Gates, a differenza di Elon Musk che Meloni ha incontrato a giugno a Roma e ha rivisto a dicembre ad Atreju, è un entusiasta della nuova tecnologia. Non fosse altro perché Microsoft sta vivendo una seconda giovinezza grazie agli investimenti in Open Ai e ChatGpt. Nei giorni scorsi, infatti, lo stesso Bill Gates aveva affermato che, tempo cinque anni, l’intelligenza artificiale avrebbe profondamente rivoluzionato la vita di tutti. E in maniera più che positiva. Per Gates, che ritiene fondamentale e decisivo l’apporto della nuova tecnologia specialmente per quanto riguarda l’agricoltura e la medicina, l’avvento dell’Ai si tradurrà in un miglioramento epocale che, come ha spiegato in un’intervista rilasciata alla Cnn, consentirà ai medici di essere più performanti, sollevandoli dalle scartoffie e comporterà un aumento della produttività agricola senza precedenti. Resta, però, un nodo fondamentale. Da rintracciare nelle parole di Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo monetario internazionale, a cui hanno seguito i fatti, verificatisi in casa Google. Georgieva ha detto, a chiare lettere, che il 60% dei posti di lavoro nelle economie avanzate è a rischio con l’Ai. La multinazionale di Mountain View, dopo gli oltre 10mila posti tagliati nel 2023 ha annunciato una valanga di licenziamenti nel settore pubblicità ma, come riportano i media internazionali, per il Ceo Sundar Pichai non si tratterebbe che dell’inizio. Formalmente non c’è alcun riferimento all’Ai ma solo qualche settimana fa Google aveva annunciato il ricorso a sofisticati software generativi per sostenere le Pmi “a personalizzare gli acquisti online” e a “implementare nuove tecnologie nei loro negozi”. Insomma, un segreto di Pulcinella.

Come ogni rivoluzione che si rispetti, quella dell’Ai comporterà conseguenze sul mercato del lavoro. Che potenzialmente rischiano di travolgere tutti e tutto. Specialmente i lavori di concetto, più che quelli di “fatica”. Un algoritmo non può costruire un muro né riparare una caldaia rotta però potrà prescrivere farmaci e compilare moduli. A centinaia di migliaia. Al minuto. Come nessun umano potrebbe fare. Va da sé che il pericolo è gigantesco. E perciò Giorgia Meloni, che ha inaugurato il suo ciclo di incontri sull’Ai confrontandosi con il premier britannico Rishi Sunak, ha preso molto sul serio il tema dell’intelligenza artificiale.


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