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Intelligenza artificiale, una ricerca: preoccupazioni e attese su come cambierà la nostra vita

di Eleonora Ciaffoloni -


Un sondaggio Ipsos per il World Economic Forum analizza, a livello internazionale, la percezione sui prodotti e servizi che utilizzano l’intelligenza artificiale (AI) e come cambieranno la nostra vita quotidiana nei prossimi anni.

Le risposte sono molteplici. La ricerca, svolta sulla piattaforma Global Advisor di Ipsos in 28 Paesi su un campione di 19.504 adulti sotto i 75 anni, evidenza una variabilità del riscontro in base al livello di sviluppo economico degli intervistati e alla loro provenienza geografica.

Per il 60% del campione, l’AI cambierà profondamente la nostra vita quotidiana e i prodotti e servizi che usano questa tecnologia renderanno la loro vita più semplice; allo stesso tempo solo il 50% afferma di percepire più benefici che svantaggi e il 40% ha risposto l’utilizzo dell’AI li rende nervosi.

Un focus sull’Italia ci fa sapere che l’opinione degli italiani sull’AI è ancora incerta. solo il 42% degli intervistati pensa di avere una buona conoscenza di questa tecnologia, per il 53% i prodotti e servizi che la utilizzano cambieranno la loro vita nei prossimi 3/5 anni, per il 54% la renderanno più semplice e per il 50% hanno più benefici che svantaggi.

In generale, nonostante la scarsa conoscenza, il sondaggio Ipsos registra un sentiment positivo sul fatto che alcune aree e servizi potrebbero migliorare grazie all’AI come l’educazione (74%), l’intrattenimento (75%), i trasporti (72%), la casa (79%), lo shopping (63%), la sicurezza (70%) e l’ambiente (61%). Mentre si riscontrano timori su altre aree come sulla nutrizione (45%), sul reddito (24%), sulle relazioni (39%), sul lavoro (29%), sul costo della vita (27%) e sulle libertà e diritti legali (19%).

La ricerca internazionale rileva che la maggioranza delle persone si aspetta che l’AI migliorerà la loro vita e quella delle loro famiglie dal punto di vista dell’istruzione, dell’apprendimento, dell’intrattenimento, dei trasporti, dello shopping, della sicurezza, dell’ambiente e della nutrizione.

E, circa i benefici dell’AI sul loro reddito, sull’occupazione e sulle relazioni personali e familiari, l’opinione si divide con il 47% degli intervistati che sono d’accordo, mentre per quanto riguarda l’impatto dell’AI sul costo della vita, sulla libertà e sui diritti, la maggioranza degli intervistati pensa che non sia positivo.

Ma c’è un divario sullo scenario internazionale, tra i Paesi ad alto reddito e i Paesi emergenti. I  cittadini dei Paesi in via di sviluppo sono molto più propensi alle tecnologie basate sull’AI e dell’impatto positivo sulle loro vite, dichiarandosi più informati in materia e più fiduciosi delle aziende che le utilizzano.

Ancora poco conosciuti i dettagli dell’intera questione. A livello internazionale, il 64% degli intervistati afferma di sapere cosa sia l’AI, ma solo il 50% è consapevole di quali prodotti e servizi utilizzino questa tecnologia.

E, circa la familiarità con questa tecnologia, essa è maggiore negli intervistati con un reddito alto (71%) e, in particolare, nei responsabili aziendali (74%), nei proprietari di aziende (73%) e nei laureati (71%), che in media conoscono anche quali prodotti e servizi usano l’AI.

Poi, come già rilevato, sono i Paesi emergenti a segnalare una maggiore conoscenza di questa tecnologia, con il Sud Africa (78%), la Cina, il Cile e il Perù (76%) e la Russia (75%) che manifestano una buona comprensione dell’AI, mentre l’Italia (42%) e il Giappone (41%) restano in coda alle altre nazioni con le percentuali più basse.

Sulla fiducia, solo il 50% degli intervistati si fida delle aziende che usano l’AI, un dato che è in correlazione con la familiarità verso questa tecnologia, dove troviamo sempre gli utenti con le fasce di reddito più alte che manifestano una maggiore fiducia. Allo stesso modo si registra un grande divario tra i Paesi emergenti e quelli ad alto reddito, con una maggiore fiducia verso l’AI in Cina (76%), in Arabia Saudita (73%) e India (68%), rispetto al Canada (34%), alla Francia (34%), agli Stati Uniti (35%), alla Gran Bretagna (35%) e l’Australia (36%) che registrano dei dati molto bassi, pari a circa un terzo degli intervistati.

L’Intelligenza Artificiale è ormai nel quotidiano di tutti gli abitanti della Terra. Circa l’impatto dell’AI sulla nostra vita di ogni giorno, 6 intervistati su 10 pensano che questa tecnologia cambierà profondamente le nostre abitudini nell’ambito dell’istruzione (35%), della sicurezza (33%), del lavoro (32%), dello shopping (31%) e dei trasporti (30%), inoltre, il 49% afferma che l’AI ha già cambiato la loro vita negli ultimi 3/5 anni.

Analizzando la situazione economica degli intervistati, sono sempre le persone con redditi più alti che hanno aspettative positive sull’Intelligenza Artificiale, con il 72% degli amministratori aziendali che afferma che questa tecnologia cambierà la loro vita, rispetto al 54% degli impiegati.

Un altro asspetto è il sentiment degli intervistati. Il 60% sostiene che i prodotti e servizi che utilizzano l’AI rendono la loro vita più facile, ma solo il 52% sostiene di avere più benefici che svantaggi, mentre il 39% afferma che il loro utilizzo li rende nervosi. Anche qui, i Paesi emergenti mostrano una maggiore propensione verso la bontà di questa tecnologia, con la Cina e l’Arabia Saudita in testa nella percezione che l’AI possa rendere la vita più facile e portare più benefici che svantaggi, mentre i Paesi occidentali mostrano ancora reticenza, primi fra tutti la Francia e gli Stati Uniti.

Quali i temi più pressanti? Le aree in cui le persone si aspettano che l’AI possano rendere le cose migliori per loro e per la loro famiglia sono l’istruzione (77%), l’intrattenimento (77%), i trasporti (74%), la casa (73%), lo shopping (70%), la sicurezza (69%) e l’ambiente (62%). Ma il percepito, a livello internazionale, non è sempre positivo per tutti gli ambiti: l’impatto dell’AI sarà positivo sul reddito solo per il 53%, sulle relazioni personali per il 50%, sull’occupazione per il 47%, sul costo della vita per il 42%, mentre sulla libertà e diritti legali solo per il 37%.

Ancora divari tra i Paesi. Se ne registrano tra le diverse nazioni con la Cina, l’India, l’Arabia Saudita e tutti i Paesi dell’America Latina con percentuali superiori al 70% di persone che pensano che l’AI renderà la loro vita migliore in tutte le aree analizzate, all’opposto nazioni come il Belgio o il Canada che registrano percentuali del 41% e del 42%.


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