Politica

PRIMA PAGINA-Scontro Anm-governo. Intervista a Marco Siclari, vittima di una sentenza poi ribaltata

di Giuseppe Ariola -


Lei è di origine calabrese ma vive a Roma dalla maggiore età, ha avuto diverse esperienze politiche, poi una sentenza di condanna, successivamente ribaltata, ha cambiato le cose.

“Ho lasciato la mia terra appena maggiorenne per studiare a Roma. Mi sono laureato, specializzato e ho iniziato a lavorare come medico, direttore sanitario e poi professore universitario. Mi sono appassionato alla politica sin dall’università e sono stato lo studente più volte eletto al Senato accademico, per poi approdare, a soli 29 anni, in Campidoglio. In ultimo sono stato il più giovane Senatore della 18ª legislatura, eletto con una legge elettorale, ancora in vigore, che non prevede la preferenza, contrariamente a quanto sostenuto da pm e giudice nell’accusa e nella sentenza di condanna a mio carico. Oltretutto ero il candidato unico di tutto il centrodestra. Ogni voto a un partito della coalizione andava al sottoscritto. I sondaggi davano vincente il mio collegio già prima che fossi candidato e così è stato, complice l’espulsione dal movimento del candidato grillino, mio competitor, che non aveva dichiarato di essere massone. Poi, dopo tanta fatica, enormi sacrifici e tempo dedicato alla politica, sono stato travolto con violenza inaudita da quello che ho sempre considerato un faro: la giustizia”.

Successivamente è stato assolto da ogni accusa, ma nel frattempo…

“Di fronte a un’accusa così infamante e alla sentenza di condanna, il partito ha deciso di non presentare, per opportunità politica, la mia candidatura che mi avrebbe garantito la rielezione, così come è stato eletto chi mi ha sostituito. Ho chiesto il rito abbreviato per dimostrare in modo rapido ed inconfutabile, avendo fiducia nei magistrati e consapevole di un ‘errore giudiziario’, la mia totale estraneità, come emergeva dagli atti che, però, non sono stati considerati dal pm e dal giudice. Gli stessi atti utilizzati dalla Procura Generale della Corte di Appello di Reggio Calabria, in particolare dal dott. Riva, sostituto procuratore generale, uomo e giudice ‘giusto’, che insieme agli altri tre componenti del collegio ha smontato le accuse e la sentenza di primo grado. E’ stata provata in modo inconfutabile l’insussistenza del fatto, cioè il fatto non è mai esistito, come ho dichiarato sin dal primo giorno gridando la mia totale estraneità”.

Come è cambiata la sua vita?

“Cambia tutto, vengono stravolti il presente, il futuro, le emozioni e le speranze, le prospettive, i sogni, i ‘sonni’, i progetti di sempre. Credo di aver subito una violenza paragonabile a uno stupro di gruppo, il peggior abuso che possa subire una persona ‘senza armi’ proprio da coloro nei quali ha piena fiducia. Sono cresciuto avendo come bussola il ‘senso di giustizia’ e la fiducia nella giustizia, ma sono stato torturato e violentato nei miei diritti di uomo libero e onesto proprio da chi ha il dovere di garantire il rispetto della libertà, della democrazia e della giustizia”.

E’ normale che pur davanti a casi eclatanti come il suo si chiedano le dimissioni di politici solamente indagati?

“Nel mio caso, dopo il clamore delle prime ore, qualcuno del M5S ha chiesto le dimissioni, ma dopo aver letto gli atti non hanno autorizzato gli arresti domiciliari. Persino i miei avversari hanno trovato insufficienti le accuse, la mia totale estraneità ai fatti contestati era evidente. Dopo questa esperienza di inaudita, incredibile ed inspiegabile violenza, fossi segretario di un qualunque partito, dall’estrema destra all’estrema sinistra, mi preoccuperei di tutelare di più chi è colpito da inchieste giudiziarie, fino al terzo grado di giudizio. Così facendo, forse, le inchieste sui politici inizieranno a essere più giuste e meno politiche, a tutela non dei singoli, ma della Costituzione, della democrazia e della giustizia stessa”.

Cosa pensa dell’inchiesta su Toti?

“Non ho elementi per parlarne e non sempre quello che si legge sui giornali corrisponde agli atti giudiziari. Spesso vengono dati ai giornalisti solo elementi che mettono in risalto aspetti che lasciano pensare alla colpevolezza dell’indagato. A Toti auguro di uscire presto da questo calvario, un dramma che riguarda non soltanto la persona colpita, i sacrifici di una vita e i suoi progetti futuri, ma che sconvolge lo stato d’animo di chi la subisce, della sua famiglia, dei suoi amici e delle persone care. A Toti dico ancora di non perdere mai la fiducia nella giustizia, perché nel momento in cui le giornate sono sempre buie, accade qualcosa di straordinario che ti fa ritrovare la fiducia nei sogni, nella vita, nella giustizia. Quella vera”.


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