Politica

PRIMA PAGINA-Intervista a Roberto Rosso: “Non si può inficiare il diritto dei cittadini a essere informati sull’attività del governo”

di Giuseppe Ariola -


Distinguere tra l’attività politica dei partiti e la comunicazione istituzionale del governo. E’ questo il tema che ha tenuto banco in commissione Vigilanza Rai nel corso dell’esame della delibera con la quale si sono definiti i tempi e gli spazi televisivi per la propaganda elettorale in vista delle elezioni europee. Una questione che ha portato allo scontro tra maggioranza e opposizioni, dopo le polemiche già emerse nei giorni scorsi che hanno visto le stesse forze di minoranza in polemica tra loro, per le proposte avanzate dalla renziana Maria Elena Boschi sull’applicazione delle norme sulla par condicio anche per i giornalisti e gli opinionisti ospiti delle trasmissioni. Dopo la definizione del documento, l’opposizione accusa il governo di voler monopolizzare gli spazi tv, ma la maggioranza non ci sta, parla di una “vergognosa campagna mistificatoria”, sottolineando che “qualcuno per faziosità e per partito preso dice autentiche bugie”, e invoca un precedente sulle modalità della comunicazione dell’esecutivo relativo agli anni di Conte a Palazzo Chigi.

Per comprendere meglio il merito della delibera e cogliere differenze e novità rispetto a quelle approvate negli scorsi anni, abbiamo ascoltato il capogruppo di Forza Italia in commissione Vigilanza Rai, Roberto Rosso.  

Le opposizioni lamentano un’entrata a gamba tesa della maggioranza sugli spazi tv in vista delle elezioni europee. Si è davvero forzata la mano?

“Non c’è stata alcuna forzatura. Purtroppo, le opposizioni hanno scelto, ancora una volta, di arroccarsi su una posizione di contrarietà a priori. E questo nonostante come gruppo di Forza Italia abbiamo auspicato e condiviso il richiamo in diverse proposte emendative, alle leggi del 1993 e del 2000 che regolano la comunicazione nelle campagne elettorali. E’ assurdo che le minoranze abbiano votato contro dei principi che sono già parte del nostro ordinamento e che erano già contenuti nella delibera della Vigilanza per le europee del 2019 quando la maggioranza di governo era diversa dall’attuale. Abbiamo approvato un testo equilibrato, volto a garantire la più ampia informazione possibile ai cittadini. Non votandolo, l’opposizione ha perso un’occasione”.

Infatti, in occasione delle scorse elezioni europee c’era una maggioranza differente e il governo era guidato da Giuseppe Conte. Le norme approvate per questa campagna elettorale sono così diverse da quelle di 5 anni fa?

“Assolutamente no. E proprio questo è il paradosso. In Commissione di Vigilanza l’opposizione ha votato contro delibere approvate da governi con maggioranze diverse dalla nostra, come appunto l’esecutivo Conte”.

Perché conteggiare lo spazio destinato alla comunicazione istituzionale del governo nei tempi assegnati alla maggioranza non è stato ritenuto un compromesso possibile?

“L’emendamento in questione è stato riformulato con dei riferimenti a leggi che già oggi sono in vigore. Il punto è fare in modo che le regole sulla par condicio non inficino il diritto dei cittadini a conoscere fatti legati all’attività di Governo. Non si può imbavagliare l’esecutivo durante le campagne elettorali, perché questo andrebbe a scapito degli italiani e del loro diritto di essere informati su questioni rilevanti che nulla hanno a che fare con la competizione elettorale”.

Il suo partito si è detto felice di alcune proposte “innovative” recepite dall’Agcom. Di cosa si tratta?

“Abbiamo accolto positivamente il principio della diversa valutazione delle fasce orarie. E’ evidente che un intervento televisivo di un minuto nella fascia notturna non raggiunge lo stesso numero di persone di un minuto in onda all’ora di pranzo o in prima serata. Certamente si tratta di calcoli complessi che potrebbero aggravare il lavoro dell’Agcom, ma è una sperimentazione a cui guardiamo con interesse. Abbiamo già chiesto in commissione vigilanza di audire Agcom, subito dopo il voto di giugno, per verificare i risultati della sperimentazione ed eventualmente elaborare dei correttivi”.

C’è chi ha paventato un presunto accordo sottobanco della maggioranza con la presidente della commissione, la grillina Floridia. Cosa risponde a queste suggestioni?

“Abbiamo dato atto alla presidente Floridia di aver condotto le votazioni in Commissione in modo attento, dimostrandosi aperta a rivedere alcuni suoi pareri (era relatrice del provvedimento) sugli emendamenti alla luce di riformulazioni che proprio noi di Forza Italia abbiamo sollecitato. Da qui alle dietrologie da fantapolitica ce ne passa. Già in sede di esame del Contratto di Servizio il gruppo del Movimento 5 Stelle votò favorevolmente il testo finale, questo dimostra semplicemente che il centrodestra è capace di ascoltare e trovare una sintesi”.


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