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Israele, Gantz si dimette e chiede a Netanyahu di fissare nuove elezioni

di Angelo Vitale -


Benny Gantz ci aveva ripensato solo per evitare che le sue dimissioni coincidessero con la gioia di Israele per la liberazione di 4 ostaggi nelle mani di Hamas. Nel pomeriggio di domenica, il gabinetto di guerra israeliano si è riunito a Gerusalemme senza di lui. Assente anche il suo collega del partito Resilienza per Israele Gadi Eisenkot, un osservatore del gabinetto di guerra.

Poi, l’annuncio ufficiale, con le sue dimissioni dal Governo di emergenza sottolineando che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “ci sta impedendo di raggiungere una vera vittoria”. Il suo partito si era unito alla coalizione dopo il 7 ottobre per il bene del Paese, anche se “sapevamo che era un cattivo governo” e da allora ha visto le considerazioni strategiche messe da parte per ragioni politiche, ha spiegato Gantz. Il popolo di Israele merita più di “vuote promesse”, continua, affermando che la “vera vittoria” significa il ritorno degli ostaggi, la sostituzione di Hamas come organo di governo a Gaza e la creazione di un’alleanza regionale contro l’Iran. “Sfortunatamente, Netanyahu ci impedisce di raggiungere una vera vittoria”, ha sottolineato ancora.

Immediata la reazione del premier. Benjamin Netanyahu gli ha chiesto di non abbandonare il campo. “Israele è in una guerra esistenziale su più fronti”, scrive Netanyahu su X. “Benny, questo non è il momento di abbandonare il campo, questo è il momento di unire le forze”. Netanyahu promette di andare avanti fino alla vittoria e al raggiungimento di tutti gli obiettivi di guerra, “in primo luogo il rilascio degli ostaggi e l’eliminazione di Hamas”. “La mia porta rimarrà aperta a qualsiasi partito disposto a sostenere l’onere e aiutare a raggiungere la vittoria sui nostri nemici e garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, conclude.

Ma Gantz rilancia, chiedendo di fissare una data concordata per le elezioni. “Per garantire una vera vittoria – sottolinea-, è opportuno che in autunno, un anno dopo il disastro, si vada alle elezioni che alla fine stabiliranno un governo che conquisterà la fiducia del popolo e sarà in grado di affrontare le sfide. Mi rivolgo a Netanyahu: fissa una data concordata per le elezioni. Non lasciare il nostro popolo dilaniarsi”.

Situazione che genera pure le dimissioni di Gadi Eisenkot. L’annuncio del deputato di Unità nazionale, che ricopriva un ruolo di osservatore, arriva dopo quello del leader del partito Benny Gantz.

“Nonostante gli sforzi di molti, insieme a quelli del mio collega, al gabinetto da lei guidato è stato impedito per molto tempo di prendere decisioni determinanti, che erano necessarie per realizzare gli obiettivi della guerra e migliorare la posizione strategica di Israele”, scrive l’ex capo di stato maggiore dell’Idf in una lettera al premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Considerazioni esterne e politiche si sono infiltrate nelle discussioni pertanto, è ora di lasciare il governo”, aggiunge Eisenkot.

Mentre a Netanyahu arriva la richiesta di Ben Gvir. Il ministro della Sicurezza nazionale e leader del partito israeliano di estrema destra Otzma Yehudit chiede di entrare nel gabinetto di guerra. In una lettera inviata al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, riferisce ‘The Times of Israel’, chiede di aprire il gabinetto di guerra a nuovi membri e in particolare a lui stesso dopo che Benny Gantz e il suo partito di unità nazionale ha annunciato di uscire dalla coalizione. “È tempo di prendere una decisione decisiva e coraggiosa”, scrive.


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