PRIMA PAGINA-La Camera verso l’ok al ddl Sicurezza
Il via libera definitivo al disegno di legge Sicurezza, all’esame della Camera, è previsto questa settimana, presumibilmente per mercoledì. Nonostante il tentativo della maggioranza di stringere i tempi, non si è riusciti ad anticipare l’approvazione del provvedimento, il cui iter nelle commissioni parlamentari Affari Costituzionali e Giustizia era partito già prima della pausa estiva. Di certo il ‘Sicurezza’ è un disegno di legge abbastanza complesso, oltre che vasto, anche perché, come è stato chiaro fin dal primo momento, è risultato decisamente divisivo e non ha mancato di causare momenti di frizione all’interno della stessa maggioranza. Se per quanto la riguarda la stretta sulla cannabis light gli attriti si sono registrati solamente tra le forze di governo e quelle di opposizione, tra le cui file c’è chi ha paragonato gli effetti psicotropi della canapa a quelli del basilico o della noce moscata, su altri temi il confronto è stato serrato tra gli stessi alleati di governo. Su tutti quello relativo al rinvio della pena per le detenute madri. Nonostante le resistenze di Forza Italia, alla fine, l’articolo del ddl Sicurezza che trasforma da obbligatorio a facoltativo (adesso sarà il giudice a decidere di caso in caso) il differimento della pena per le donne incinte e per quelle con figli fino a un anno di età è stato approvato. Gli azzurri avevano addirittura presentato un emendamento in senso contrario e finalizzato a mantenere lo stop obbligatorio alla carcerazione per le detenute madri, ma non è stata trovata un’intesa e, dopo un lungo tira e molla, la proposta di modifica è stata ritirata. Il rischio, emerso chiaramente nel corso di una riunione di maggioranza, sarebbe stato quello di vedersi opporre il parere contrario da parte del governo. La misura finirà adesso in un ordine del giorno che, con tutta probabilità, prevederà un impegno del governo in tal senso, ma con la nota formula “a valutare l’opportunità di”. Insomma, la questione può definirsi ormai archiviata ed è stata oggetto di non poche polemiche dell’opposizione che hanno colto la palla al balzo per evidenziare alcune crepe apertesi nella maggioranza e per accusare Forza Italia di aver fatto retromarcia. Lo stesso di quanto accaduto con lo Ius scholae, anche se con dinamiche differenti. Approfittando della discussione che ha animato il dibattito estivo, Azione ha provato a stanare i forzisti con la proposta di riconoscere la cittadinanza ai figli minori degli stranieri una volta ultimato un ciclo di studi di dieci anni. Tentativo subito disinnescato dal capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Costituzionali, Paolo Emilio Russo, che sulla concessione della cittadinanza ha annunciato “una riforma complessiva che merita più considerazione di un emendamento inserito all’ultimo in un disegno di legge che, come si evince già dal nome, si occupa d’altro”. Linea ribadita dallo stesso Antonio Tajani che ha confermato l’intenzione degli azzurri di presentare un testo ad hoc, prima agli alleati del centrodestra e poi al Parlamento, e ha bollato come “risibile” il tentativo di affrontare la questione con “un emendamento di tre righe solo per fare una provocazione”. Approvata invece senza intoppi quella che è stata subito ribattezzata ‘norma anti Salis’, ovvero l’introduzione del reato di occupazione arbitraria di un immobile destinato al domicilio altrui. Una disposizione inserita nel disegno di legge Sicurezza nel tentativo di inasprire le pene contro un fenomeno da tempo diffuso e che recentemente è stato addirittura rivendicato dalla neoparlamentare europea Ilaria Salis, eletta nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra, provocando dure reazioni politiche. La pena prevista per il nuovo reato è quella della reclusione da 2 a 7 anni. Anche su questo fronte ci sono state le proteste dell’opposizione che continuano a mettere in discussione l’intero provvedimento. Alle rimostranze ha risposto direttamente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per il quale “se siamo a questo tipo di polemiche siamo contenti, perché vuol dire che la sostanza va bene, poi capisco che ognuno deve far segnare la propria presenza su questi scenari”.
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