Politica

La concorrenza arriva dagli Usa Urso: “Cambiare le regole Ue”

di Cristiana Flaminio -

ADOLFO URSO MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY


Panta rei. Tutto passa e tutto cambia. Cambiano i tempi, cambiano le scelte. Non c’è tabù che tenga: chi resta ancorato a vecchie convinzioni rischia di rimanere stritolato dall’avanzata del nuovo. Forse non sarà una rivoluzione, forse non lo è ancora. Ma se l’Europa vuole resistere ai colpi della concorrenza che arriva dall’Asia e spera di sopravvivere mentre l’America richiama tutti i suoi più grandi player a produrre green e hitech in patria, deve avere il coraggio di rimettersi in discussione. E farlo partendo dai dogmi finora intoccabili. Uno su tutti, quello relativo alla disciplina degli aiuti di Stato. Un terreno decisivo e fondamentale per battere la grande concorrenza che arriva dall’alleato occidentale per eccellenza, direttamente dagli Stati Uniti.

La concorrenza che arriva dagli Usa

Il ministro allo sviluppo economico Adolfo Urso, in un lungo messaggio inviato alla fondazione Symbola e all’Enel in occasione della quarta edizione di “100 Italian E-mobility stories 2023” ha parlato della necessità, da parte dell’Ue, di andare oltre se stessa. “Sostenere la nostra economia significa confrontarsi con un contesto internazionale che impone una politica industriale di livello europeo per far fronte alla concorrenza, prima prevalentemente asiatica, ora ancora più insidiosa perché proveniente dal cuore dell’Occidente”. Quindi ha spiegato: “Gli Stati Uniti hanno destinato 370 miliardi di dollari per affrontare l’emergenza climatica l’Ue ha avviato una complessa negoziazione con gli Usa al fine di modificare alcuni aspetti dell’Ira troppo penalizzanti per le nostre imprese. Occorre mettere in campo da subito contromisure adeguate in risposta alla politica aggressiva americana che rischia di distorcere la competizione e innescare una fuga di investimenti a beneficio del mercato americano”.

Le regole da rivedere

Secondo Urso: “La revisione delle regole eccessivamente restrittive degli aiuti di Stato, che trova favorevole anche la Germania è una precondizione indispensabile. Dovremo tuttavia trovare ulteriore slancio adesso e ricorrere a ulteriori strumenti, come il fondo sovrano europeo, in grado di mettere a disposizione delle imprese nuove risorse finanziarie”. Pertanto, ha spiegato il ministro al Made in Italy: “Dovremo tuttavia trovare ulteriore slancio adesso, come suggerito anche dalla presidente Von der Leyen, e ricorrere a ulteriori strumenti, come il Fondo sovrano europeo, in grado di mettere a disposizione delle imprese nuove risorse finanziarie”.

Il fronte interno

Anche perché, ha affermato il ministro: “Forte è l’impegno del Mimit nel percorso di traghettamento del settore verso nuovi target di sostenibilità, anche attraverso il potenziamento delle misure già in atto a sostegno delle imprese, della riconversione industriale e dell’innovazione tecnologica. Vogliamo anche disegnare nuovi e più efficaci strumenti indispensabili a garantire la competitività e la crescita economica del Paese, coerentemente con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2035 e al 2050”.
A proposito di strumenti nuovi, Urso ieri è stato in Ucraina a Kiev all’apertura dello sportello locale di Confindustria.

L’affare Kiev

L’obiettivo sbandierato è quello di dare una mano alla ricostruzione, il messaggio lanciato è quello dell’Italia che vorrebbe entrare nel (vero) grandissimo affare: quello della ricostruzione. Adolfo Urso ha incontrato nella capitale ucraina la vicepremier nonché ministro dell’Economia Yulia Svyrydenko e il capo dell`amministrazione presidenziale Yermak a cui ha ribadito “il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina” e “ad un rapido avvio della ricostruzione”.
Con la sua omologa ucraina, il titolare del dicastero del Mimit Urso ha inoltre firmato una dichiarazione congiunta che, come ha riferito in una nota il Mimit, “istituisce un gruppo di lavoro bilaterale per la cooperazione su logistica, alta tecnologia, spazio, macchine agricole, startup e Pmi, attrazione investimenti e settore fieristico, aggiunge il ministero”.

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