Politica

La Corte Costituzionale dichiara ammissibili 4 dei referendum in materia di giustizia

di Ilaria Paoletti -


La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili quattro dei referendum in materia di giustizia promossi dalla Lega e dai Radicali, mentre prosegue l’esame degli altri quesiti.  Si tratta dei quesiti sulla legge Severino, e in particolare sul testo unico in materia di incandidabilità, sulla limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle funzioni dei magistrati e sull’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm. Hanno superato il vaglio della Corte perchè “non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario”. LEGGE SEVERINO – Abolire l’intero Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità, uno dei decreti attuativi della legge, è la richiesta di Lega e Radicali. Il che significa eliminare le norme che impediscono la partecipazione alle competizioni elettorali per il Parlamento europeo e italiano e alle elezioni regionali, provinciali e comunali di chi sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati. E soprattutto l’articolo 11, che prevede per gli amministratori locali la sospensione, dopo la condanna di primo grado per alcuni reati. CUSTODIA CAUTELARE – Cancellando una parte dell’articolo 274 del codice penale, si vuole ridurre l’ambito dei reati per i quali è consentita l’applicazione delle misure cautelari e in particolare della carcerazione preventiva: via il finanziamento illecito ai partiti e via i reati puniti con la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, a meno che non ricorra il pericolo di fuga dell’indagato o di inquinamento delle prove. SEPARAZIONE DELLE CARRIERE – Non permettere più il cambio di funzioni tra giudici e pm e viceversa nella carriera di un magistrato è lo scopo del referendum. Oggi sono possibili 4 passaggi, che diverranno due con la riforma. ELEZIONI DEI COMPONENTI DEL CSM – Il quesito propone di cancellare la norma che stabilisce che ogni candidatura va sostenuta dalle firme di almeno 25 presentatori. L’obiettivo è arrivare a candidature individuali libere, già previste nella riforma Cartabia. CONSIGLI GIUDIZIARI – Consentire il voto degli avvocati che siedono nei Consigli giudiziari anche sulle valutazioni di professionalità dei magistrati, è lo scopo dei referendari. Lo prevede già la riforma della ministra Cartabia, ma solo se il Consiglio dell’Ordine abbia segnalato comportamenti scorretti da parte del magistrato che si deve valutare.


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