Esteri

La famiglia Abrams: i carri armati Usa arrivano in Ucraina

di Ernesto Ferrante -


Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha riferito che i primi carri armati statunitensi Abrams sono arrivati in Ucraina. “Buone notizie dal ministro Umerov: gli Abrams sono già in Ucraina e si stanno preparando a rafforzare le nostre brigate”, ha scritto Zelensky su Telegram. “Sono grato ai nostri alleati per aver rispettato gli accordi! Stiamo cercando nuovi contratti e ampliando la geografia delle forniture”, ha aggiunto.

La questione del sostegno a Kiev sta arroventando lo scontro politico in America. Scavalcando a destra Donald Trump, Ron DeSantis è uscito allo scoperto. L’adesione dell’Ucraina alla Nato sarebbe contraria agli interessi degli Stati Uniti, secondo il repubblicano, governatore della Florida, che punta alla nomina alle elezioni presidenziali del 2024.
“Non penso che l’adesione dell’Ucraina alla Nato sia nel nostro interesse. Ciò aggiungerebbe più obblighi per noi, quindi se aggiungi più obblighi, allora quali sono i benefici che ne otterremo?”, ha affermato DeSantis, intervistato per un podcast di Bloomberg.
Il governatore ha anche detto che Washington non dovrebbe dare un “assegno in bianco” agli ucraini.

Di armi ha parlato anche il presidente polacco Andrej Duda nel corso di un’intervista al quotidiano polacco Super Express, ritornando sulle minacce del premier Morawiecki di non darne più all’ex comico, sempre meno “amato” da Varsavia.
La precisazione di Duda ha il sapore della beffa: “Sia lui che io abbiamo detto che l’invio di qualsiasi nuova attrezzatura che stiamo attualmente acquistando, come gli obici K2 o i carri armati K9, è fuori discussione. Devono servire a rafforzare l’esercito polacco. Ma questo non significa che non trasferiremo affatto armi. Quando le vecchie apparecchiature vengono sostituite con quelle moderne, non ho problemi a inviarle agli ucraini”.
La Russia ha bersagliato Odessa con 19 droni e 14 missili, provocando danni a una infrastruttura portuale. Stando alla ricostruzione dell’esercito ucraino, il raid è stato condotto con 19 droni Shahed di fabbricazione iraniana, due missili supersonici Onyx e 12 missili Kalibr. L’attacco sferrato nella notte dalle forze di Putin contro la città portuale ucraina, è stato “massiccio” ed è avvenuto con “mezzi combinati”. Lo ha dichiarato su Telegram la portavoce delle Forze di difesa del Sud, Natalia Gumenyuk. Mosca apparentemente “sta cercando di testare la densità della difesa aerea”, ha commentato la portavoce.

“30 dei 33 bersagli aerei sono stati distrutti!”, ha fatto sapere il comandante dell’aeronautica militare ucraina, generale Mykola Oleshchuk. Le forze ucraine hanno colpito nella notte la sede del ministero dell’Interno nella città russa di Kursk. A riportarlo è Rbc-Ucraina, che cita una fonte della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa (Gur).
In precedenza, il governatore Roman Starovoit aveva reso noto che degli aeromobili senza pilota del nemico avevano preso di mira il centro dell’omonima città, provocando danni ma nessun ferito.
“Nel distretto centrale di Kursk, a causa di un attacco dei droni ucraini, diverse abitazioni e il tetto di un edificio amministrativo sono stati danneggiati, il vetro di un condominio è stato rotto. È stata attivata la difesa aerea”, aveva denunciato Starovoit.
La Russia ha inserito il polacco Piotr Hofmanski, presidente della Corte penale internazionale (Cpi), nella lista dei “ricercati”. Come riporta l sito del ministero dell’Interno.


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