Economia

La Finanziaria nell’era no money: dribbling fra veti e Supebonus

di Redazione -

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO


La Finanziaria nell’era no money: dribbling fra veti e Supebonus – di FABIO VERNA

Come preannunciato, la Legge finanziaria appena esposta in conferenza stampa dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stata varata a tempi da record, con un montante per i singoli provvedimenti che assommano a circa Euro 24 miliardi, una copertura che appare frutto di 16 miliardi di extragettito, ma anche di forti tagli alla spesa pubblica. Il Governo punta, almeno per quanto possibile, al sostegno dei redditi medio bassi, continuando ad agire sulla conferma del provvedimento già antecedentemente messo in campo, sul cuneo fiscale; in sintesi i cittadini con redditi medio-bassi dovrebbero ritrovarsi circa euro 100,oo= in più al mese in busta paga, una misura che riguarderà circa 14.000.000 di lavoratori dipendenti. Purtroppo questo stimolo ai consumi interni commisurato in oltre 160 miliardi, viene in parte depauperato dall’inflazione, la quale ancor oggi appare fortemente incidente sulla nostra economia.
Un impegno vi sarà finalmente anche per i pensionati, i quali riceveranno un primo segnale di attenzione da parte del Governo con una netta rivalutazione delle pensioni minime per chi ha più di 75 anni, ma anche con l’eliminazione del vincolo che impone a chi si trova nel sistema contributivo, ad andare in pensione con l’età raggiunta, solamente se l’importo percepito fosse inferiore di 1,5 rispetto alla pensione sociale, un vincolo inutile che andava sciolto.

Ulteriori 7 miliardi di euro vengono messi a disposizione del Ministro Paolo Zangrillo preposto al dicastero della Funzione Pubblica, per il rinnovo e la revisione dei contratti della P.A., dei quali espressamente 2 miliardi verranno destinati al settore della sanità pubblica, miliardi i quali assommati ad un ulteriore quota, faranno complessivamente mettere a disposizione del comparto sanitario circa Euro 3 miliardi.
Per la famiglia ed in particolare per la donna vengono riassunti nel “Fondo unico della flessibilità in uscita” sia l’APE sociale che “Opzione donna”; inoltre per sopperire al grave calo demografico che da tempo grava sulla natalità nel nostro paese, il Governo per le madri con due o più figli prevede l’azzeramento della quota contributiva previdenziale, sempre a sostegno della natalità, la corrente Legge finanziaria prevede inoltre che dal secondo figlio l’Asilo nido dovrà essere considerato gratuito.
Poche novità per i lavoratori autonomi: viene confermata la flat tax sino al tetto massimo degli 85.000 euro, ma viene data la possibilità di rateizzare l’acconto d’imposta in scadenza al prossimo 30 Novembre, per il prossimo esercizio in cinque rate dal Gennaio 2024 al successivo mese di Giugno.

Questi ed altri provvedimenti minori, come l’aumento del valore orario per gli straordinari effettuati dalle forze dell’ordine o la riduzione del canone RAI per una ventina di euro, compongono gli 82 articoli della Legge di bilancio, uno strumento decisamente prudente senza quei provvedimenti espansivi attesi dalle imprese e per esse dalla Confindustria. Fatto salvo per i primi finanziamenti, divisi in quote annuali, destinati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’opera da circa 12 miliardi di euro, che oltre ad unire la Sicilia al continente, fa parte di quei progetti di sviluppo del meridione d’Italia volti a renderlo competitivo con il resto del paese, del resto il “Piano Mattei” adottato dall’attuale governo, ambisce a trasformare il nostro meridione in un hub energetico, inizialmente per l’Italia e potenzialmente per l’Europa.
Purtroppo sul conflitto russo/ucraino, che ha fatto chiudere i rubinetti del gas russo destinato all’Europa, si va oggi ad aggiungere la recente ripresa della conflittualità israeliano/palestinese, una situazione che potrebbe far chiudere o comunque portare a rialzi nei prezzi del gas proveniente dall’Algeria.
Una manovra economica che tutti avrebbero auspicato potesse essere espansiva è stata varata al ribasso, inizialmente per l’ammortamento della normativa sinteticamente definita del “110%” ed oggi anche per i venti di guerra che incombono sul Mediterraneo.


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