Primo Piano

La mia verità su Putin

di Adolfo Spezzaferro -


“Dopo che è stato abbattuto il Muro di Berlino, l’Occidente sta facendo di tutto per creare il Muro di Kiev. Un qualcosa di anti-storico, voluto dagli Stati Uniti e che sta andando contro gli interessi dell’Europa. Non a caso, se Trump dice che con lui Presidente la guerra finirebbe in 24 ore, ecco che lo vogliono incriminare ed arrestare. Un concetto particolare di democrazia”. Parola di Lanfranco Cirillo, 64 anni, originario di Treviso ma bresciano di adozione, seconda cittadinanza presa in Russia nel 2014, uno dei businessman italiani più noti di Mosca, che in collegamento ci ha raccontato la guerra, l’Occidente e gli affari visti dal punto di vista russo.

 

Per la stampa lei è “l’architetto di Putin”…
Guardi, la villa che ho progettato, che tutti chiamano la villa di Putin, non è di Putin. E’ un errore che la stampa ormai ripete da anni, sulla scorta delle affermazioni del blogger Navalny, oppositore di Putin. E’ di sicuro anche a causa sua se per la giustizia italiana io sono una persona poco affidabile. Mentre come expat, come cittadino russo, rilascio interviste e mi chiedono pareri su come si vive qua a Mosca.

 

Anche se la Cassazione ha disposto il dissequestro di 141 milioni di euro, se lei dovesse tornare in Italia subirebbe un processo. Ma se lei ha fatto fortuna in Russia, cosa c’entra l’Italia?
E’ una domanda molto intelligente, ma la dovrebbe fare al pm di Brescia che mi sta accusando. Volevo chiarire che oggi io sono accusato di esterovestizione dal 2013 al 2019, periodo in cui secondo i magistrati non risiedevo all’estero, per cui avrei dovuto pagare le tasse in Italia. Tutto questo implica che altri fondi che io ho mosso, in conseguenza di quelli che ho mosso in Italia, sarebbero illegali. Però è una contestazione prettamente fiscale. Ma nel mio caso specifico, io sono un cittadino russo. Suona un po’ strano che io non risieda in Russia, dunque. Hanno condotto indagini per due anni, pedinamenti, interrogatori, 85mila intercettazioni: tutto questo rende il caso un po’ anomalo. L’accusa che è stata fatta a me, è stata fatta a Valentino Rossi, a Pavarotti, a Dolce e Gabbana. Ma nessuno di loro ha avuto l’attenzione che ho ricevuto io. E non finisce qui.

Cosa è successo?
Ad un certo punto hanno emesso un ordine di custodia cautelare perché in questi 141 milioni che hanno confiscato – la cui grandissima parte a mia moglie – hanno trovato 500mila euro che io ho mandato dal mio conto russo al conto di mia moglie, che sono stati usati per riparare il tetto di un’azienda agricola di mia moglie. E secondo i pm questo è autoriciclaggio. Oltre all’ordine di arresto italiano per una cifra del genere, quantomeno sproporzionata rispetto ai fondi che muovo io, è stato emesso un ordine di arresto dell’Interpol con tanto di red notice, la stessa per Matteo Messina Denaro, i terroristi e i narcotrafficanti.

E quindi?
Non posso viaggiare, non posso lasciare la Russia, perché per tutelarmi le autorità mi hanno ritirato il passaporto. Mi sto dedicando a tante cose. Sto facendo un podcast che si chiama Radio Mosca, insieme a Fiammetta Cucurnia, che è la moglie di Giulietto Chiesa, che sta andando molto bene. In classifica siamo sopra il Corriere della Sera. Dove racconto la vita da expat qui in Russia e cosa si dice all’interno delle mura del Cremlino.

E cosa si dice? Come viene vissuto dai cittadini il conflitto nel Donbass?
La Russia per la prima volta sta facendo una guerra un po’ all’americana. Una guerra in un altro territorio mentre a casa la vita procede come sempre. Nei primi due mesi c’è stata un’ondata di grande timore, soprattutto per i più abbienti, abituati alla vicinanza con l’Europa, dal punto di vista della cultura, della religione, del commercio, degli affari, delle vacanze, dei soldi spesi in Italia e in Europa. C’è stata una iniziale svalutazione del rublo con un momento di panico macroeconomico. Poi ci si è resi conto di un qualcosa che l’Occidente sembra ancora non aver capito.

Che cosa?
Nel mondo, l’Occidente è un piccolo pezzetto, un ventesimo del territorio, un miliardo di persone su otto totali, il 35% dell’economia. La Russia quindi ha diretto il business verso l’Oriente e il Medio Oriente. Dalla Cina, all’India ai Paesi del Golfo. Che non hanno sanzionato la Russia.

Ma la guerra come viene considerata in tale ottica?
Stiamo parlando di un mondo che fa affari e che è neutrale rispetto al conflitto, inspiegabile, insensato, illogico. Stiamo parlando di una guerra civile provocata, perché gli ucraini e i russi sono popoli fratelli. Ora, con l’incontro epocale Xi-Putin, sono state messe le basi per un nuovo ordine mondiale multipolare. Ormai in Russia non si usano più i dollari. Sono trent’anni che vivo qui e faccio affari nel real estate, ora si usano gli yuan, le rupie. L’Italia, l’Europa, l’Occidente sono rimasti indietro e si sveglieranno in un nuovo mondo.

Rischia di sparire anche l’euro, dalla Russia…
A me fa paura pensare che in Italia ci siano rappresentanti che non siano liberi di rispettare i cittadini che li hanno votati, perché devono seguire le direttive della Ue e degli Stati Uniti. Ma anche le direttive di Londra, la madre di tutte le battaglie occidentali. Un qualcosa di anti-democratico, insomma. Io ho una fondazione che si occupa di charity e sono molto attivo anche in Africa, in Congo soprattutto. Ebbene, anche in Africa, la Russia sta facendo affari, anche perché non si pone con l’atteggiamento post-colonialista, come fa la Francia di Macron, per intenderci. A luglio a San Pietroburgo ci sarà il secondo vertice Brics-Paesi africani. Il mondo è cambiato definitivamente.

Come si può arrivare a una soluzione diplomatica del conflitto? In Occidente neanche il Papa è stato ascoltato…
Io ho incontrato sia il Santo Padre che il Patriarca Kirill e sono convinto che i popoli si possono unire sulla base di tre concetti: religione, cultura e sport. All’aprile dell’anno scorso era praticamente deciso un incontro tra Francesco e Kirill, poi c’è stato un aut aut da parte degli Usa, che hanno bloccato l’iniziativa. Dopo questo si è arrivati alla scissione della Chiesa ucraina dal Patriarcato di Mosca, voluta sempre dagli Stati Uniti. Anche l’unione culturale è ostacolata. Basti pensare alla russofobia contro scrittori, direttori d’orchestra, musicisti, artisti. Per non parlare dello sport, con gli atleti russi che non possono partecipare ad alcuna competizione.

Ma sul fronte economico, l’Italia recupererà il terreno perduto con la Russia, dopo la guerra?
Guardi, c’è tanta ipocrisia con queste sanzioni. Perché alla fine business is business: il 92 per cento delle aziende italiane attive in Russia prima dell’inizio del conflitto sono ancora qui a fare affari. Il governo italiano fa affari con Mosca: l’Enel a ottobre 2022 ha venduto la proprietà di Enel Russia alla Gazprombank. Idem con la vendita di Lukoil Sicilia. Non ci dimentichiamo che compriamo petrolio russo tutti i giorni, solo che non lo compriamo direttamente dai russi ma tramite l’India (che lo compra con il 20% di sconto). Il caro energia sta realizzando il sogno anglosassone della deindustrializzazione dell’Europa. Sul fronte del commercio, anche in Russia è tutto come prima: la mozzarella di bufala campana a Mosca arriva, così come i completi Armani o i nostri mobili. In Russia volano Boeing e Airbus e i pezzi di ricambio arrivano normalmente.

Com’è possibile?
Un mio caro amico ha una compagnia di cargo, con un po’ di aerei. E lui tutti i giorni fa un volo dagli Stati Uniti, con scalo in Egitto. Portando pezzi di ricambio e tecnologia. Ci sono una marea di aziende Usa che fanno affari in Russia ancora oggi. I russi poi amano gli italiani. Come ha detto il ministro degli Esteri Lavrov, “i governi passano, i cittadini rimangono”. Da Draghi alla Meloni c’è stato un primo cambiamento di atteggiamento, almeno non in modo ufficiale. Ma rispetto agli inizi del conflitto, quando l’Italia aveva chiuso tutto – ambasciate, scuole, centri di cultura – oggi è finito tutto a “tarallucci e vino”, grande tradizione del nostro Paese. In Occidente c’è una grande russofobia: io mi definisco un effetto collaterale della guerra. Se fossi stato l’architetto di Biden, mi avrebbero costruito una statua in centro a Brescia. Invece sono messo alla gogna come latitante. Ma le dirò una cosa…

Che cosa?
In Russia non c’è l’eurofobia. La guerra è sullo sfondo, la vita va avanti normalmente. L’Occidente rischia di rimanere indietro, avvinghiato all’idea che c’è un invasore e un invaso. O un invasato, non si capisce bene.

Trump ha detto: “Se venissi rieletto Presidente, la guerra finirebbe in 24 ore”. Cosa ne pensa?
Secondo il concetto democratico occidentale, quello di Trump è un esempio lampante: se dichiara certe cose lo vogliono incriminare e arrestare. E’ sintomatico: gli Usa sono un Paese estremamente diviso, con grandissimi problemi sociali. E’ più facile che scoppi una guerra civile negli Usa che ci sia una rivolta in Russia per rovesciare Putin. Comunque questa guerra andrà avanti fino al prossimo anno.

Perché?
Perché ci saranno le elezioni europee e la von der Leyen, insieme a Biden, è il principale fautore della guerra nel Donbass. Le racconto un fatto divertente, per chiudere, a proposito del presidente Usa: il sindaco di Mosca ha lanciato una campagna di sensibilizzazione in difesa degli anziani, con pubblicità sulle metropolitane: “Lasciate il posto agli anziani”. E sotto sa che foto c’è? Quella di Biden.

Putin si ricandiderà?
Assolutamente sì, è il suo dovere. Deve finire il lavoro da liberale quale è sempre stato: portare il multipolarismo nel mondo.


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