Esteri

L’ANALISI – La mossa di Macron e i rischi per l’Ue

di Redazione -


di TIBERTIO GRAZIANI
Presidente di Vision & Global Trends

L’annuncio del capo dell’Svr, i servizi segreti esteri della Federazione Russa, Sergei Naryshkin, secondo cui la Francia starebbe preparando circa 2.000 soldati per essere inviati a combattere in Ucraina, suscita un’ondata di preoccupazioni e speculazioni sul futuro delle relazioni internazionali e sulla sicurezza europea. In un’intervista, Naryshkin ha sollevato il dubbio se il presidente francese Emmanuel Macron possa schierare truppe francesi in Ucraina senza l’approvazione dell’Unione Europea o degli Stati Uniti. La questione – che dovrebbe aprire in Occidente un importante dibattito sulla sovranità nazionale, sulle dinamiche delle alleanze internazionali e sulla validità del diritto internazionale – sembra passare inosservata. Verosimilmente la mossa di Macron sembra avere lo scopo di consolidare il suo ruolo di leader europeo, sottolineando una presunta autonomia strategica del suo Paese, forte del fatto che la Francia è l’unico Paese dell’Europa continentale che dispone del nucleare militare. Tuttavia, questa ipotesi solleva domande spinose sulle dinamiche delle alleanze internazionali e sul futuro del diritto internazionale. La recente storia degli interventi militari occidentali, come l’aggressione alla Libia nel 2011, perpetrata contro gli accordi di amicizia italo-libici, ha evidenziato che potenze occidentali come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti agiscono talvolta senza considerare pienamente il consenso dei loro alleati o il rispetto del diritto internazionale. Questa prassi, che fa parte di una lunga serie di violazioni della sovranità nazionale di moltissimi Paesi da parte dei Paesi occidentali, nel quadro del cosiddetto interventismo umanitario, ha minato la fiducia nel sistema basato sul diritto internazionale e ha sollevato dubbi sulla sua coerenza e validità.
Ma in che modo Parigi potrebbe effettivamente inviare le proprie truppe in Ucraina? Storicamente, la Francia – con un pesante passato colonialista – ha utilizzato sia personale militare regolare che mercenari nei suoi interventi internazionali, soprattutto in Africa. Ma questa flessibilità tattica potrebbe consentire a Macron di agire oggi – in contesto di transizione geopolitica sempre più accentuata verso un policentrismo – in modo rapido ed efficace, se decidesse di farlo? Certamente una simile mossa comporterebbe rischi significativi per la sicurezza europea. L’invio di truppe francesi in Ucraina potrebbe infatti minare l’integrità della Nato e destabilizzare ulteriormente una regione già segnata da conflitti latenti. Inoltre, potrebbe alimentare le tensioni con la Russia, con conseguenze imprevedibili per la stabilità dell’intero continente.
In ultima analisi, la questione dell’eventuale coinvolgimento militare francese in Ucraina apre una serie di questioni cruciali sull’equilibrio del potere internazionale, sulla coerenza delle alleanze e sulla validità del diritto internazionale.
Macron, determinato – almeno a parole – a perseguire una politica estera audace e indipendente, potrebbe rischiare di minare la sicurezza europea e di alimentare nuove tensioni globali. La sua sfida non sembra essere quella di bilanciare le ambizioni nazionali con la necessità di preservare la pace e la stabilità nel continente europeo, tutt’altro.


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