Esteri

La pace possibile

di Adolfo Spezzaferro -


“Mai più la guerra, la pace è sempre possibile”. E’ il messaggio di Papa Francesco e di tutte le religioni del mondo, riunite al Colosseo per dire no alla guerra in Ucraina e lanciare un appello per il cessate il fuoco. In occasione dell’evento organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio “Il grido della pace”, il Santo Padre ha pregato per la pace in Ucraina e nel mondo con i rappresentanti delle Chiese e delle comunità cristiane e di tutte le altre religioni. Il monito del Papa e l’impegno di tutte le confessioni sono una presa di posizione di cui le democrazie occidentali devono tenere conto per forza. Dopo che il nostro capo dello Stato Sergio Mattarella e il presidente francese Emmanuel Macron, accorso a Roma per prendere parte all’ecento e incontrare il Pontefice, ora bisogna lavorare tutti ai negoziati di pace. Non si torna più indietro.
“Non lasciamoci contagiare dalla logica della guerra”, non siamo neutrali, ma schierati per la pace. “Non rassegnamoci alla guerra, coltiviamo semi di riconciliazione”, dice Francesco. “Ci rivolgiamo pensosi al mondo e ai responsabili degli Stati. Ci facciamo voce di quanti soffrono per la guerra, dei profughi e delle famiglie di tutte le vittime e dei caduti.
Con ferma convinzione diciamo: basta con la guerra! Fermiamo ogni conflitto. La guerra porta solo morte e distruzione, è un’avventura senza ritorno nella quale siamo tutti perdenti. Tacciano le armi, si dichiari subito un cessate il fuoco universale. Si attivino presto, prima che sia troppo tardi, negoziati capaci di condurre a soluzioni giuste per una pace stabile e duratura. Si riapra il dialogo per annullare la minaccia delle armi nucleari”. Poi la conclusione di Bergoglio: “Ripartiamo insieme dal dialogo che è medicina efficace per la riconciliazione dei popoli. Investiamo su ogni via di dialogo. “Quest’anno la nostra preghiera è diventata un grido, perché oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata: e questo in Europa, cioè nel continente che nel secolo scorso ha vissuto le tragedie delle due guerre mondiali. Oggi siamo nella terza guerra”, spiega Francesco. “La pace è sempre possibile! Mai più la guerra! Mai più gli uni contro gli altri!”.
“Dall’Ucraina bombardata, dalle trincee del Donbass, si alza il grido dei feriti, dei morenti, il lamento dei familiari e degli amici. Le stesse urla di dolore, le stesse implorazioni di pace, si alzano dalla Siria, dal Caucaso, dall’Afghanistan, dallo Yemen, dalla Libia, dall’Etiopia, dal Sahel, dal Nord del Mozambico, da decine di altri luoghi conosciuti o sconosciuti. C’è bisogno di passione e immaginazione alternativa all’attuale situazione drammaticamente bloccata, anche perché siamo sull’orlo di una catastrofe ben più grave. Le strade di pace ci sono. Si tratta di intravederle, indicarle, aprirle, percorrerle”. Così Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio.
A nome della Farnesina parla il segretario generale, Ettore Francesco Sequi: “L’Italia crede fermamente nel dialogo e nella necessità di trovare nella cooperazione multilaterale le soluzioni alle sfide più pressanti. La dimensione della sicurezza umana ha acquisito sempre maggiore rilievo nella politica estera dell’Italia, con un approccio incentrato su tre ambiti concreti: sicurezza alimentare, salute globale e collaborazione con le organizzazioni della società civile nell’attività umanitaria e di cooperazione allo sviluppo”. Si inizi dalla guerra russo-ucraina, è questo l’appello che arriva dal Colosseo.
L’augurio è che in seno alla Ue e alla Nato, l’Italia spinga per un percorso condiviso verso il cessate il fuoco. Anche per non lasciare al solo Erdogan il compito (e il merito) di cercare la pace.


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