Attualità

La porta della città diventa la cartolina del “degrado”

di Edoardo Sirignano -


di FABIO DESIDERI

Qualunque persona, turista, pendolare o viaggiatore che sia, arrivando alla Stazione Termini, principale hub ferroviario di accesso a Roma, muovendo i suoi primi passi nella Capitale d’Italia, imbattendosi nel degrado che circonda il terminal capitolino, ricordandosi della frase di Cesare, muterebbe la celebre affermazione: ”…veni, vidi, vici” in una meno qualificante notazione per Roma parafrasabile in “…veni vidi…victus sum”.

Proprio così, il degrado ha inesorabilmente sconfitto sia il contesto urbano che le istituzioni, sia quelle del territorio, Comune e Regione; sia il Governo Italiano. Di quanto in quanto qualche attività di ordine pubblico alleggerisce la pressione nell’area ma inesorabilmente, dopo qualche giorno, tutto torna come prima, nel disinteresse più generale. Degrado, abbandono, incuria, persone senza fissa dimora, per non parlare di altri fenomeni ancor più gravi di cui le cronache riferiscono hanno reso l’ambito urbano che circonda la Stazione Termini una delle aree più degradate della Città eterna.

Questa situazione, aldilà dei proclami, spesso roboanti, trasferisce a coloro che per molteplici ragioni transitano nell’area un’immagine che Roma e l’Italia intera non meritano assolutamente, la quale certamente non fornisce un adeguato “biglietto da visita” di una città che oltre ad essere la Capitale d’Italia, per storia, cultura, tradizioni e preesistenze archeologiche ambientali meriterebbe ben altra vetrina da mostrare al mondo intero. Reputo urgente sia come abitante di questa città, ma anche come frequentatore della politica nazionale, che le istituzioni responsabili ai vari livelli diano il via ad un grande, urgente e qualificato intervento di risanamento e bonifica, di un’area nella quale il degrado ha sconfitto non soltanto le istituzioni moderne, ma anche la storia e la cultura dei luoghi.

Si badi non chiedo un intervento di “imbellettamento”, magari coincidente con l’anno giubilare, bensì una vera e propria azione organica e multidisciplinare di recupero e risanamento urbano, che conferisca all’area della Stazione Termini , nonché al contesto che la circonda, quel decoro urbano e quella riqualificazione dei luoghi, che il principale hub di accesso su ferro italiano deve – e sottolineo l’imperativo categorico – avere e mostrare al mondo intero, forse ancor prima che agli Italiani stessi.

Mi rivolgo, con queste poche righe, sia al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sia al Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nonché al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, Francesco Rocca, affinché sappiano trovare, rapidamente, le giuste sinergie e le necessarie collaborazioni istituzionali, attingendo ad ogni tipo di risorsa economica disponibile, dimostrando ai loro concittadini ed al tutto il mondo che gli italiani sono capaci di fare, presto e bene, quando c’è veramente bisogno. Ed a Termini, nonché nell’area circostante, non c’è più tempo da attendere…bisogna fare, non chiacchierare.


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