Ambiente

La riforma dell’elettrico, ora l’Europa prova a darsi una regolata. Pichetto: Bene. In Italia 70 GW di rinnovabili al 2030

di Angelo Vitale -


“Adattare il mercato dell’elettricità al futuro, dopo che per vent’anni ci ha servito bene. Offrire a cittadini e imprese il vantaggio di un’energia pulita a prezzi accessibili”: così il commissario Ue per l’Energia Kadri Simson agli inizi di quest’anno lanciava una consultazione pubblica sulla riforma dell’assetto del mercato Ue dell’elettricità, per diffondere le rinnovabili e limitare il gas, ridurre la dipendenza delle bollette dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, proteggere i consumatori, sostenere il loro accesso a energia sicura da fonti pulite e rendere il mercato più resiliente. Poi, a marzo, una bozza di riforma che sarà concordata con il Parlamento Ue adottando, ha fatto sapere Simson, “un necessario passaggio dalle misure di emergenza a soluzioni a medio-lungo termine”.

Per l’Italia, questa proposta finalmente arrivata in discussione al Consiglio Energia a Lussemburgo va nella “direzione giusta”, per una trasformazione “radicale” e “rapida” del sistema. Parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, già ieri intervenuto in sessione pubblica: l’Italia, “è stato tra i primi Paesi ad evidenziare con forza, già prima della crisi ucraina, l’urgenza di rivedere le attuali regole, per raggiungere in modo efficiente e sicuro gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione”.

Ribadito il proposito di oltre 70 gigawatt di nuova capacità rinnovabile al 2030, il ministro ha anche chiesto di rafforzare gli strumenti di lungo termine, Contratti per differenza e Ppa (i primi, quelli fondati su pagamenti monetari definiti tra le parti sulla base della differenza tra il prezzo di equilibrio di mercato e quello indicato nell’atto concordato; i secondi, i Power Purchase Agreement, quelli stipulati tra un’azienda che produce energia elettrica e una che la consuma, ndr). L’auspicio è che possano fornire gli adeguati segnali di prezzo.

Soddisfazione da Pichetto, poi, per “l’attenzione che anche su nostra richiesta è stata dedicata agli impianti di dimensioni più piccole, più flessibili. Per abilitare questa capacità rinnovabile, avremo bisogno solo in Italia di almeno 70 GWh di nuova capacità di accumulo di grandi dimensioni e il focus per i piccoli impianti è da apprezzare”.

E ancora, parere concorde sul “restituire gli eventuali ricavi delle rinnovabili ai consumatori elettrici, in maniera uniforme o con flessibilità, con il rispetto delle regole sulle formule degli aiuti di Stato e indipendentemente dagli schemi di redistribuzione già ora vigenti”.

Pichetto ha infine sollevato il tema del sostegno sotto forma di Contratti per differenza alla capacità esistente delle energie rinnovabili. “Così come giustamente evidenziato nel recital della riforma, l’Italia ritiene che esso debba rispondere ad un principio di proporzionalità degli investimenti messi in campo rispetto al valore degli asset ottenuti. Su questo però registriamo un disallineamento e un margine troppo ampio di interpretazione tra il recital ed il relativo articolato delle norme da concordare con il Parlamento Ue. E finora abbiamo già evidenziato nelle sessioni di lavoro precedenti l’urgenza e la necessità di arrivare ad un general approach che sia riconosciuto come pienamente soddisfacente. Quella in discussione è una riforma troppo importante per il futuro del sistema elettrico”. Da qui, l’offerta finale di una disponibilità a”continuare a collaborare per chiudere con soddisfazione anche questo ultimo punto in discussione”.


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