Politica

LA SFIDA DI FEDRIGA

di Domenico Pecile -

Fedriga


La dicitura “Fedriga presidente” su campo azzurro. Un simbolo sobrio, senza fronzoli. Che ha ottenuto l’approvazione – tutt’altro che entusiasta – di Salvini, costretto a fare buon viso a cattiva sorte nel benedire la scelta del suo ex pupillo per la corsa alla riconferma della guida del Friuli Venezia Giulia. Insomma, un simbolo minimalista. Una decisione spiegata dallo stesso Fedriga in perfetto stile politichese. “Una scelta voluta – ha chiarito lui stesso – per rappresentare con immediatezza e con la maggiore efficacia possibile il pragmatismo di un movimento che, lontano da approcci ideologici mira semplicemente a garantire un orizzonte più ampio e un’esperienza di buona amministrazione”. Ma il passaggio più importante nel breve commento del presidente uscente a margine della presentazione ufficiale del simbolo ha un vago sapore di una excusatio non petita. Ha detto infatti: “La funzione della lista civica che reca il mio nome non è quella di porsi in contrapposizione con i partiti della coalizione che sostengono la mia candidatura alle elezioni regionali del 2 e 3 di aprile prossimi, bensì di esercitare una funzione complementare, utile a consentire a chi non dovesse riconoscersi nelle forze politiche tradizionali, ma avesse comunque apprezzato quanto fatto in Friuli Venezia Giulia negli ultimi cinque anni, di poter esprimere il proprio consenso”. Quanti ai candidati che comporranno la lista, Fedriga ha fatto sapere che “già a partire dalla prossima settimana si terranno incontri specifici nelle singole circoscrizioni elettorali per presentare le squadre che sosterranno”. Tuttavia, diversi nomi sono già noti e sono soprattutto sufficienti a delineare la strategia della lista di Federiga all’interno dalla colazione di Centro destra. Con il presidente uscente correranno alcuni consiglieri regionali del Carroccio, tra cui anche l’ex segretario provinciale (si è dimesso da pochissimi giorni), Pierpaolo Roberti e assessore regionale alla Sicurezza, all’Immigrazione, alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica. E l’altro vero, dato politico è che Progetto Fvg, la lista che nel 2018 aveva ottenuto il 6,3 per cento dei consensi è confluita in toto nella lista Fedriga.
L’assessore al Commercio e al Turismo, leader di Progetto Fvg, non si ripresenterà ma ha ottenuto la garanzia che sarà riconfermato assessore esterno. Fedriga pare, dunque, avere il vento in poppa. Eppure, se da un lato la sua vittoria pare scontato, dall’altra la sua riconferma è destinata a sconquassare la coalizione. Il perché è presto detto. Nel 2018 Fedriga era stato eletto con il 57 per cento dei voti e la Lega con il suo 34,91 per cento dei suffragi era riuscita a fare eleggere ben 17 consiglieri regionali. Fratelli d’Italia si era fermato al 5,5 per cento e Forza Italia aveva raggiunto il 12,06 per cento. Un risultato, quello, che aveva giocoforza consentito a Fedriga di diventare il padre-padrone della legislatura. Ma su questo scenario è arrivato come un tsunami il risultato delle elezioni politiche delio scorso mese di settembre quando la Lega ha incassato una sberla elettorale che andata oltre ogni più nera previsione crollando dal 34,91 per cento delle regionali al 10,9 per cento, nel mentre il partito di Fratelli d’Italia è balzato al 31,3 per cento. Come dire, insomma, che una volta insediatosi Fedriga dovrà come minimo rispolverare il manuale Cencelli e subire le legittime richiesta di Fdi. Già all’interno del centro destra si mormora sulla difficoltà che il presidente avrà nel nominare il nuovo esecutivo. Ieri, ai giornalisti che gli hanno chiesto come mai non apparisse nel simbolo il nome di Salvini, e come anche questo non sia presente sul simbolo della Lega sempre per le regionali, Fedriga ha risposto che “ci sono già esperienze di questo tipo nel resto d’Italia, ad esempio a Genova con Bucci candidato sindaco. Come sapete – ha proseguito – non sono più coordinatore del partito in Fvg, la Lega fa delle scelte a seconda della tornata elettorale che si trova di fronte, e la Lega della mia regione ha legittimamente scelto di mettere il mio nome sul suo simbolo come accaduto con Bucci”. In passato, Fedriga aveva anche rispolverato la lista Zaia, non nominata ieri. Zaia, infatti, aveva messo in lista soltanto leghisti storici, mentre Fedriga prima di tutto ha assorbito Progetto Fvg. “La sua – ha tuonato un esponente del Carroccio – non né un’altra lista della Lega, ma principalmente quella di Progetto Fvg”. Insomma, dentro la Lega del Fvg sono sempre di più quelli che si dicono convinti che la luna di miele tra il Capitano (che pure a Trieste aveva sottolineato la capacità di buongoverno e di concretezza della Lega, ringraziando Fedriga) e il governatore sia finita da un pezzo e che, dunque, la lista “Fedriga presidente” rappresenti un chiaro strappo rispetto alla linea apolitica nazionale del partito. Dentro il quale non si fa mistero neanche degli ottimi rapporti che intercorrono tra il governatore uscente e il premier Meloni.

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