La Siria è nel caos. Torna l’incubo delle stragi di civili e del collasso migratorio
Continua l’avanzata dei jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs, “Commissione per la liberazione della Siria”) e le fazioni filo-turche alleate nella provincia di Hama, nella parte centrale della Siria. Il ministero della Difesa siriano ha annunciato che l’esercito lancerà presto un contrattacco. Secondo il governo libanese, il leader dell’Hts Abu Mohammad al-Jolani è stato ucciso in un raid aereo compiuto dai caccia russi su Aleppo.
Il raggruppamento composto da milizie jihadiste capeggiate da Jolani, fondatore nel 2012 dell’ala siriana di al Qaeda (Jabhat an Nusra), e da elementi del sunnismo radicale caucasico, sta incontrando una resistenza molto flebile.
Nella giornata di ieri, i miliziani hanno preso il controllo dell’aeroporto internazionale di Aleppo. Il Ministero della Difesa di Damasco ha smentito il ritiro dei militari siriani da alcune zone: “Confermiamo che le unità delle nostre forze armate sono di stanza nelle loro posizioni nella campagna settentrionale e orientale della provincia di Hama e sono pienamente pronte a respingere qualsiasi potenziale attacco terroristico”.
“L’operazione per contrastare l’attacco terroristico sta procedendo con successo e determinazione e presto passerà al contrattacco per recuperare tutte le regioni”, ha aggiunto il ministero.
Il ministero della Difesa russo ha reso noto che la sua forza aerea ha effettuato attacchi contro i ribelli siriani a sostegno dell’esercito di Damasco, ma senza precisare gli obiettivi colpiti.
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha dichiarato che il suo Paese saprà “sconfiggere i terroristi”. “La Siria continua a difendere la sua stabilità e integrità territoriale contro tutti i terroristi e i loro sostenitori, ed è capace, con l’aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggerli ed eliminarli, indipendentemente dall’intensità dei loro attacchi”, ha detto Assad in una telefonata con il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
Le forze siriane sostenute dagli aerei militari russi hanno effettuato raid missilistici contro postazioni dei ribelli. Sarebbero stati uccisi in un giorno almeno “300 terroristi”.
All’Adnkronos, il nunzio apostolico a Damasco, cardinale Mario Zenari, ha definito “una triste sorpresa” quella che ha “colto Aleppo’”, perché “c’erano scontri a Idlib”, ma “nulla che lasciasse pensare che Aleppo potesse essere conquistata dai rivoltosi” jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e dai gruppi alleati. Per Zenari, “la presa di Aleppo avrà conseguenze anche in Europa, che pagherà il prezzo più alto dopo i siriani, e in altre parti del mondo”.
“Tutta la Siria soffre e la gente non ha più speranza”, ha proseguito il cardinale, sottolineando che “per i siriani l’unica speranza è quella di poter scappare da questo Paese”, “di emigrare”, e la prima ”destinazione è l’Europa.
Ora, “la presa di Aleppo avrà conseguenze in questo senso, darà una nuova spinta verso l’emigrazione in Europa”. Alcuni, “attraverso corridoi umanitari, altri con metodi che mettono a rischio la vita. Ma sono disposti a farlo, non hanno alternative”. E questo riguarda “soprattutto i giovani”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto rassicurare tutti sulle sorti degli italiani in Siria: “Non ci sono problemi per i nostri connazionali anche perché l’ordine che hanno ricevuto, e credo che sia un messaggio partito dalla Turchia che sostiene i ribelli, di non toccare assolutamente i civili, in particolare di non toccare gli italiani e di non toccare i cristiani. I morti sono tra le forze militari combattenti, non tra la popolazione civile”.
Anche Tajani si è soffermato sulla prevedibile emergenza migratoria: “Il vero rischio per noi è che a causa di questa nuova guerra civile ci sia un nuovo collasso migratorio. Questo è il vero problema”.
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