Attualità

PRIMA PAGINA-La ‘supercazzola’ di Elly sul dietro-front al proprio nome nel simbolo del Pd

di Giuseppe Ariola -


Per chi pone particolare attenzione all’armocromia, l’idea di un restyling del simbolo del partito di cui è segretaria, con l’inserimento del proprio nome nel contrassegno elettorale per le prossime europee, deve essere apparsa come una scelta quasi obbligata. Una questione di ‘stile’ si potrebbe dire che però ha suscitato non poche polemiche tra la comunità dem e nuove critiche dei vertici del Pd nei confronti di Elly Schlein. Tant’è che la proposta, avanzata nel corso della direzione nazionale del partito che si è svolta domenica, ha agitato le stanze del Nazareno fino a che non è finita in soffitta con una vera e propria ‘supercazzola’ della segretaria. Durante una diretta Instagram, Elly Schlein ha ringraziato chi ha “proposto di inserire il mio nome nel logo elettorale” e nell’annunciare il dietro-front non ha potuto fare a meno di definire questa idea come “più divisiva che rafforzativa”, per poi aggiungere che “la capacità di guida non si misura nella forza del pugno, ma dal polso e dall’orecchio ben teso a terra, nell’ascoltarci e nel fare sintesi”. Eppure, è difficile credere che la ‘forza dei pugni’ portati da Prodi, Franceschini, Provenzano, Cuperlo, Annunziata, Morani e tanti e tanti altri che si sono ribellati all’ipotesi di inserire il nome ‘Schlein’ nel simbolo del Pd, non abbiamo lambito affatto la segretaria. Di certo, non serviva ‘l’orecchio ben teso a terra’ perché alla segretaria arrivasse quello che è stato ben più di un brusio di sottofondo, ovvero un malcontento palesato in maniera manifesta, attraverso messaggi, lettere, interviste e comunicati stampa, che hanno sugellato lo scontento di una comunità politica ormai stanca della lunga serie di passi falsi collezionati da Elly Schlein. Una serie di errori clamorosi che hanno scalfito la sua stessa posizione all’interno innanzitutto del partito, ma anche del centrosinistra. Con la segretaria continuamente scavalcata e soggiogata da Giuseppe Conte, un giorno alleato e l’altro rivale, il Pd vede allontanarsi la stessa leadership del centrosinistra che ad oggi sembra poter mantenere solo con i grillini fuori dalla coalizione una volta che il mai nato campo largo sarà definitivamente tramontato. Un gioco al massacro che potrebbe terminare proprio all’indomani delle elezioni europee qualora il risultato del Pd, con Elly Schlein candidata come capolista nella circoscrizione Centro e in quella Isole, non dovesse essere all’altezza delle aspettative.


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