Attualità

Pesca, calano gli imbarcati e il ricambio generazionale

di Angelo Vitale -


Sette pescatori su dieci scelgono di mantenere la pesca come mestiere secondo la tradizione familiare, ma il ricambio generazionale funziona solo per il 60%. Tanto che il 40% delle giovani generazioni che hanno in famiglia un nonno o un padre pescatore, decidono di dedicarsi ad altro. Sono i numeri che raccontano di un generizzato calo del comparto della pesca riguardo al numero reale degli operatori.

Una indagine Confcooperative Fedagripesca evidenzia nell’ultimo decennio l’abbandono del settore da parte del 16% dei pescatori imbarcati, oggi 22mila 19mila a tempo pieno) in confronto ai 30mila di dieci anni fa.

Gli operatori a terra sono oggi 100mila, per un totale di 125mila lavoratori, escluso l’indotto. Scarto che fa dire a Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, che “si fa sempre più fatica a formare gli equipaggi, occorre un ricambio generazionale quanto mai necessario. Riteniamo fondamentale investire nella formazione con corsi di studio dedicati all’economia del mare. In quest’ottica, apprezziamo la recente convenzione tra il Masef e l’Università Politecnica delle Marche per l’istituzione del corso di laurea triennale sul Management per la valorizzazione sostenibile delle aziende e delle risorse ittiche. Noi continueremo a portare pescatori e biologi nelle scuole per avvicinare gli studenti al nostro mondo”.

Lavoro che, in generale, a bordo dei pescherecci, c’è. “Basta sapere intercettare il potenziale dell’economia del mare – ricorda Tiozzo – che in Italia dà lavoro a quasi 914mila persone e dove il settore ittico rappresenta circa il 14% del tessuto imprenditoriale del segmento”.


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