Cinema

“La zona di interesse” ha la meglio su Garrone, andiamo in pace

di Riccardo Manfredelli -


Alla fine Matteo Garrone non ce l’ha fatta.
L’Oscar per il Miglior Film Internazionale, che sarebbe stato suggestivo vedergli stringere a dieci anni esatti dal trionfo di Paolo Sorrentino con “La Grande Bellezza”, è andato a “La Zona di Interesse” di Jonathan Glazer (“Un film sulla nostra disumanizzazione, che non fa differenze tra le vittime del 7 ottobre e quelle degli attacchi a Gaza”).
Sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles l’Italia ha comunque brillato grazie ad Andrea Bocelli che ha presentato una nuova versione di “Con te partirò/Time to Say Goodbye”, in duetto con il figlio Matteo e riarrangiata dal compositore due volte premio Oscar Hans Zimmer, per il suo trentennale di carriera.
E una canzone, anzi due, hanno segnato il riscatto del film più esaltato e snobbato dell’anno: “Barbie” si porta a casa la statuetta alla Miglior Canzone Originale (“What Was I Made For” di Billie Eilish) intestandosi anche il momento più divertente della serata: quello in cui Ryan Gosling, in smoking rosa e con corpo di ballo al seguito, ripropone “I’m Just Ken”.
Tutto come previsto nelle categorie principali: la forza centripeta di “Oppenheimer”, film dell’anno, trascina alla vittoria il regista Cristopher Nolan e gli attori Robert Downey Jr. e Cillian Murphy che, “sopraffatto”, ha commentato: “E’ stata l’esperienza più creativa e incredibile della mia vita.
Abbiamo fatto un film sull’uomo che ha creato la bomba atomica, vogliamo dedicare questo premio a chi porta la pace”.
Pace è ciò che ha chiesto anche il regista Mstyslav Chernov nel ritirare il premio al Miglior Documentario per “20 giorni a Mariupol”.
Un Oscar, il primo per l’Ucraina, storico suo malgrado: “Scambierei questa statuetta con la possibilità che la Russia non avesse mai invaso il nostro paese, ma non posso cambiare la storia”, commenta commosso Chernov prima di rivolgersi all’intera platea: “Tutti assieme possiamo fare in modo che questa storia venga raddrizzata, che la verità prevalga e che le persone di Mariupol non vengano dimenticate”.
Sette anni dopo “La La Land”, Emma Stone è ancora la Miglior Attrice Protagonista grazie al ruolo di Bella Baxter in “Poor Things” di Yorgos Lanthimos.
Tra le Non Protagoniste trionfa invece Da’Vine Joy Randolph per “The Handlovers”, idealmente tenuta a battesimo da Jodie Foster, a 48 anni da “Taxi Driver” candidata nella medesima categoria per “Nyad”; stessa iperbole per il suo partner cinematografico del ’76 Robert De Niro, quest’anno in lizza con “Killers of The Flower Moon”.
E’ un ritorno vincente anche quello del maestro giapponese Hayao Miyazaki, nuovamente insignito con l’Oscar per il Miglior Film di Animazione, “Il ragazzo e l’airone”, 21 anni dopo “La città incantata”.
La cerimonia degli Oscar 2024 è stata condotta da Jimmy Kimmel, che col suo monologo iniziale, chiamando sul palco tutti i lavoratori del backstage, ha voluto mettere, coram populi, la parola fine ai recenti conflitti tra attori e studios, dipanati da un nuovo contratto collettivo.


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